Analisi dei mercati

Nell’ultima settimana i mercati finanziari hanno girato al ribasso.
Per adesso si sta concretizzando quanto scritto nei numeri scorsi.
A questo punto, però, ritengo sia opportuno fare qualche correzione alle strategie illustrate.
Chi segue poco il mercato, magari attraverso il risparmio gestito, dovrebbe rimanere lontano
dalle azioni.
NON credo che gli indici riusciranno a superare gli ultimi massimi relativi 
(SP500=1.550, Dax=8.100, Mib30=41.000).
C’è poca trippa per gatti!
Alleggerire anche le obbligazioni a tasso fisso: il costo del denaro a lungo potrebbe
aumentare e i corsi dei bond scendere.
Monetario e un pizzico di valuta estera (Yen e Dollari: tanto per provarci!) potrebbe essere
la ricetta migliore.
Poco spazio ai fondi obbligazionari: meglio prendere poco con un Bot che perdere con 
qualcos’altro!
Per chi segue di più il mercato, invece, la storia è diversa!
Le borse azionarie, come sapete, non si muovono il linea retta ma ci stressano con
imprevedibili zig zag.
Adesso, per esempio, potremmo essere vicini ad una nuova svolta rialzista dopo
la correzione degli ultimi giorni.
Ci sono diversi elementi a favore.
1) gli indici si stanno appoggiando a importanti supporti (Dow Jones=13.000,

SP500=1.440, Nasdaq=2.550, Mib30=38.000, Nikkey=15.500);
2) le grandi banche d’affari rimangono bullish a livelli record sul mercato americano;
3) siamo entrati in una fase ciclica (da Ottobre a Maggio) favorevole;
4) il trend di breve degli indici è arrivato in una situazione di ipervenduto che,
generalmente, anticipa un rimbalzo;
5) il pessimismo che dilaga sul settore bancario mi sembra esagerato.
A parte qualche caso (Citigroup, Merril Linch, Barclays, Unicredit, Monte Paschi Siena)
non si sono viste rotture ribassiste da fasciarsi la testa.
Attorno a questi livelli confermo che bisogna mettersi alla ricerca di opportunità d’acquisto
(Bear Stearns sopra 100$ o Merril Linch sopra 55$, per esempio).
6) il Nasdaq, l’indice migliore, è tornato indietro.
Molte azioni importanti si sono ridimensionate e possono essere ricomprate con maggior tranquillità.
Anche Google (avevo consigliato di vendere a 650$: è arrivato fino a 750$ ma poi in
due sedute è tornato indietro. Evidentemente eravamo proprio super tirati!) si sta
sgonfiando: dovesse riappoggiarsi a 580/600$ potrebbe crearsi una nuova opportunità
d’acquisto.
Mi sono segnato i supporti (tra parentesi) di altri big: Sun (5$), Cisco (28$),
Check Point Software (22$), Microsoft (32$), Yahoo! (25$), Oracle (19$),

Motorola (16$), Emc (19$), Ebay (33$), Amazon (76$).
Una discesa vicino ai livelli indicati potrebbe invogliare nuovi acquisti.
A Piazzaffari, invece, ho notato tre rotture ribassiste da non prendere sotto gamba:
Fondiaria Sai (sotto 31€), Milano Assicurazioni (sotto 5,2€) e il nostro Credem
(sotto 8,6€).
In tempi non sospetti avevo scritto che avremmo rivisto le quotazioni della banca reggiana
molto più in basso.
Confermo che la fase bearish non è ancora finita.

Adesso, però, attorno a 8€, le probabilità di un rimbalzo verso 9/9,5€ aumentano ogni
giorno che passa.
Il Monte Paschi Siena è crollato sotto 4,1€ dopo l’acquisizione di Antonveneta
ad un prezzo ritenuto folle dai maggiori analisti.
In passato, prima dei subprime e senza sapere di questa operazione straordinaria, 
avevo individuato nella banca senese e in Intesa San Paolo due titoli da vendere allo scoperto.
Il primo è stato massacrato; la seconda è sui minimi, credo che andrà giù anche lei
ma non subito.
Nel breve, come per gli altri, mi aspetto un’ultima reazione verso l’alto.
Unicredit, invece, è sprofondata sotto 5,5€: il prossimo supporto è attorno a 4,9€.
Fiat NON ha superato i 23€; anche qui l’analisi si sta rivelando corretta.
Credo che la correzione dovrebbe esaurirsi tra 19/20€ dove si potrebbe formare un
nuovo minimo da dove ripartire verso l’alto.
In ogni caso, però, non credo che rivedremo la holding di Corso Marconi sopra gli ultimi
massimi relativi.
Anche lei, lentamente, sta disegnando un top di lungo periodo.
I titoli che ritengo più ipervenduti (e che potrebbero rimbalzare con forza nel breve):
Unicredit, Mediolanum, Luxottica, Lottomatica, Italcementi, Fondiaria Sai, Fiat,
Bulgari, Intesa San Paolo, Alleanza.
E’ scattato un primo segnale ribassista sul cross Eur/Yen quando i corsi sono scesi
sotto 165.
Vediamo se la fase bearish accelererà (come previsto) o sarà un’altra fregatura.

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