Arbitraggio su Ratti

Come previsto l’aumento di capitale di Ratti parte come tutti gli altri.
Con un boom (inspiegabile).

I diritti d’opzione, però, ci dicono che c’è qualcosa che non quadra.

Quotano 0,09€ mentre l’azione è arrivata fino a 0,2985€.

Vuol dire che con 4 diritti (0,36€) si possono sottoscrivere 3 nuove
azioni a 0,114€.
Il valore delle nuove azioni, quindi, è di 0,234€ (rispetto al 0,2985€
dei titoli quotati).
Faccio notare che le nuove e le vecchie azioni sono uguali: hanno i
medesimi diritti.

Questo permette un “inspiegabile” arbitraggio MA solo ai vecchi
possessori di azioni (il titolo, infatti, non si può vendere allo scoperto).

Chi ha le vecchie Ratti, infatti, indipendentemente dalla sua intenzione
di sottoscrivere o meno l’aumento, può vendere i titoli sul mercato,
comprarsi i diritti e sottoscrivere l’aumento.
In questo modo, mantenendo la stessa quantità di azioni, ottiene un
guadagno di 0,06cent per azione.

Esempio: ho 10.000 azioni che quotano 0,3€ per un controvalore
di 3.000€.
Se io le vendo, con il ricavato posso:
– comprare 13.333 diritti (spendo 13.333 x 0,09€ = 1.200€)
– con i diritti posso comprare 10.000 azioni a 0,114€ spendendo 1.140€;
– 1.140€ + 1.200 = 2.340€

Ho incassato 3.000€ e ne ho spesi 2.340€: 660€ sono in più.

Ovviamente mi rimangono anche i diritti d’opzione staccati dalle
vecchie azioni ma questo era solo per dimostrare il possibile arbitraggio
tra diritti e azioni.

Questo è il minimo che si può fare (finchè possibile).

Io, però, rimango dell’idea che i prezzi delle Ratti scenderanno verso
i minimi storici.
In questi calcoli, infatti, non viene considerato l’aumento di capitale
senza diritto d’opzione appena sottoscritto da Marzotto.
Pensate: il nuovo azionista, se riuscisse a vendere le sue azioni a 0,3€, avrebbe triplicatoil capitale dalla sera alla mattina !

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