Articolo per Reporter

La settimana si chiude con il forte calo di Telecom Italia sotto 1,88€.
La motivazione? Un possibile aumento di capitale (per tenere sotto controllo il forte
indebitamento) con conseguente taglio del dividendo.
Dal mio punto di vista due operazioni decisamente favorevoli per l’azienda.
Primo: è vero che gli azionisti dovrebbero metter mano al portafoglio ma questo contribuirebbe
a diminuire gli oneri finanziari e ad aumentare la redditività dell’azienda.
Secondo: la compagnia ha sempre distribuito alti dividendi perché ha attinto dalle riserve.
Bello sforzo! Chi specula in borsa e guarda solo il rendimento di un titolo dovrebbe anche
sapere se questo deriva da utili realizzati o da soldi che sono semplicemente in cassa.
Warren Buffet, il multimiliardario americano diventato ricco investendo in borsa, inorridirebbe
se venisse a sapere come vengono gestite certe aziende.
Nel caso specifico: il dividendo percentualmente rilevante serviva per finanziare tutta la
ex catena di controllo del gruppo (Olimpia, Pirelli, Camfin) che era “leggermente” impelagata
con le banche.
Se io fossi un azionista Telecom Italia che vuole veder crescere l’azienda festeggerei a
lambrusco se venissi a sapere che il dividendo è stato azzerato!
In caso di aumento di capitale, poi, ricordatevi che sul mercato sono trattate delle 
obbligazioni convertibili tasso 1,5% e scadenza 2010.
Ad una quotazioni di 113 corrisponde un rendimento del 2,6% netto e hanno il diritto
 di partecipazione all’eventuale ricapitalizzazione.

Rimanendo in tema di obbligazioni: durante il crollo di Gennaio vi avevo segnalato due prestiti.
Quello su Sias è rimbalzato da 92 a 99 in meno di un mese (sui minimi rendeva poco meno
di un Bot e i rischi erano contenuti al massimo!) mentre quello su Banca Intermobiliare
è rimasto poco sotto 90 senza peggiorare ulteriormente (siamo certamente in un’area
di potenziale acquisto per il medio periodo).
Peccato che ormai non ci sia più materiale di questo genere: le convertibili sono iscritte
di diritto al wwf!
Mediolanum, segnalata la scorsa settimana, cincischia sui minimi.
Avremo un segnale rialzista “forte” se riuscirà a superare il massimo relativo di 4,14€.
Se rimane sotto i minimi di 4€, invece, c’è sempre il rischio concreto di rivederla a 3,5€.
Tiscali è partita male per poi recuperare nel finale di settimana.
Attorno a 1,8€ prenderei profitto; non escludo che possa allungare verso 2,1€ ma
è lo scenario a cui darei minori probabilità di successo.
Unipol tornerà bullish sopra 1,91€ dopo aver testato il doppio minimo attorno a 1,83€:
obiettivo verso 2,15€.
Fare sempre attenzione su Alitalia che si avvicina lentamente ai minimi storici: l’eventuale
discesa sotto 0,62€ sarebbe oltremodo ribassista.
Occhio al nostro Credem: nel breve ritengo che non riuscirà a superare la forte resistenza
di 8,8€.
Se le quotazioni verranno spinte al ribasso (verso 8€) potrebbe diventare un’altra ghiotta
opportunità d’acquisto a basso rischio!
La B P Emilia Romagna è tornata sopra 15€: ritengo che attorno a questi livelli convenga 
“compricchiare” anche se si tratta di un titolo tartaruga e, quindi, si sa in partenza che
difficilmente farà il “botto”!
Poche novità (positive) anche da PanariaGroup: se scenderà ancora a 3€ verrà valutata
con maggior attenzione.
Anche le azioni di Mariella Burani hanno ancora spazio per scendere.
Sul supporto di 15€ ci ripenseremo.
A Wall Street seguo sempre con interesse le banche (Merrill Linch mi sembra molto
vicina al fondo nei pressi di 50$ così come la concorrente Morgan Stanley attorno a 43$)
mentre Google è già ripartita dopo il test del supporto di 500$.
Continua la battaglia per il controllo di Yahoo!: si attendono rilanci anche se i corsi del titolo
non scontano ancora questa possibilità!
Confermo lo scenario ribassista sul Bund (sotto 115,8), sul cambio Eur/Usd (sotto 1,455)
e sul Petrolio (attorno a 95/96$, a mio parere, siamo nei pressi del top di lungo ma devo
ancora studiare bene la strategia per affrontare l’eventuale discesa).

woolrich parka