Articolo pubblicato su Reporter

Nel numero in edicola il 21 Settembre avevo scritto: farei attenzione al Leone di Trieste:
se i corsi riusciranno a superare 30,25€ potrebbe scattare un forte ed inaspettato
(visto il momento) segnale rialzista!”
.
Adesso mi sto mangiando le unghie di mani e piedi perché, fra pericolo mutui subprime,
rialzi del petrolio e quant’altro, mi sono dimenticato dell’analisi che avevo diligentemente
compilato e Generali ha effettivamente spiccato il volo.
Io sono rimasto attapirato e con un pugno di mosche in mano!
Sarà stata la letterina del fondo Algebris ad aver provocato questo ciclone?
Non lo so e non m’interessa.
La scorsa settimana altri due titoli hanno catalizzato l’attenzione degli operatori.
Microsoft  ha festeggiato la trimestrale con un botto del +11%.
Muovere un colosso da 400miliardi di $ di capitalizzazione non è uno scherzo ma,
evidentemente, i risultati economici sono stati davvero portentosi.
I corsi del gigante di Seattle hanno spazzato via la resistenza di 32$ con un gap up grosso
come una casa e, dopo essere usciti da una lunga fase laterale durata oltre 5 anni, sembrano
voler andare all’attacco dei massimi storici.
Se scatteranno prese di beneficio che riporteranno le quotazioni a più miti consigli vedremo
se, come e quando rimontare in sella.
In Francia è volata via  France Telecom (oltre 26€) ed è riuscita a trainare dietro di se tutti
i concorrenti telefonici del vecchio continente.
Anche Telecom Italia s’è riportata verso 2,2€; potrebbe avanzare ancora un po’ ma non
credo riuscirà a superare la muraglia cinese attorno a 2,35/2,4€.
Almeno al primo tentativo.
Sui bancari, invece, è prevalsa l’offerta.

Unicredit, per esempio, è tornato a testare l’area di supporto attorno a 5,5€.
In questo momento questo livello sembra un buon supporto da dove poter ripartire.
Dovesse cedere, infatti, si rischia di rivedere le quotazioni abbondantemente sotto 5€.
La strategia migliore: non comprerei proprio su debolezza ma aspetterei un’inversione
al rialzo almeno del ciclo di breve giornaliero.
In una situazione simile si trova Intesa San Paolo che è tornata a cavallo di 5,2€.
Credo che da quì possa rimbalzare.
Banca Italease ha recuperato dal minimo di 12,4€ ed è tornata sopra 14€.
Ritengo che nel breve termine non riuscirà a superare 14,5€ e rimarrà ancora per un po’
ingabbiata nella fase di trading range.
Rimane comunque da tener presente per eventuali incursioni rialziste vista la situazione
di profondo ipervenduto nel lungo periodo.
Avevo segnalato il possibile top su Fiat.
Sembra che l’analisi sia corretta visto che il rubinetto delle vendite s’è svitato dopo la
pubblicazione di un’ottima trimestrale.
La strategia classica “vendi sulla notizia” ha funzionato ancora.
Un ritracciamento verso 21€ potrebbe essere un obiettivo minimo.
Altro titolo che può marcar visita è Pirelli che difficilmente riuscirà a superare la forte area
di resistenza attorno a 0,9€.
Una correzione  verso 0,82€ potrebbe essere fisiologica.
Il Bund tedesco (che rappresenta le obbligazioni in area euro) è arrivato a 114 ed è ormai
al traguardo.
Potrebbe allungare verso 115 (nella migliore delle ipotesi) ma da oggi ogni momento
è buono per ingranare la retromarcia.
Morale: meglio tornare sui titoli a breve termine e, soprattutto, a tasso variabile.
L’Euro continua la sua marcia trionfale (e le nostre aziende esportatrici, impiccate grazie
a questa moneta-puzzle, continuano a fronteggiare le concorrenti americane ed asiatiche
con armi caricate a salve); ho una sola sicurezza: quando la moneta comunitaria scenderà
farà un bel botto!
E sarà la fine di un incubo.
Io continuo ad aspettare questo momento anche se si allontana sempre nel tempo.
Chi si occupa di speculazione, però, deve avere una grande pazienza.
Nuovi record storici anche per Petrolio ed Oro: probabilmente siamo entrati nella fase
euforica.
Si tratta della parte finale del trend rialzista di un qualsiasi asset finanziario dove i prezzi
raggiungono valori di puro e semplice collezionismo e i piccoli risparmiatori rischiano
di perdere anche le mutande.
Il motivo è semplice: i prezzi, prima o poi, torneranno da dove sono partiti.
E allora saranno guai (per chi è entrato per ultimo e rimarrà con il cerino acceso in mano!).

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