Articolo scritto il 10/12 per Reporter

I mercati hanno continuato a recuperare il terreno perduto e sono ormai a ridosso
delle resistenze segnalate nei numeri scorsi (SP500=1.440, Nasdaq=2.800, 
Dow=13.900, Dax=8.000/8.100, Cac=5.800, Mib30=40/41.000).
Non credo che questi ostacoli verranno superati.
Anche se i prezzi riuscissero nell’impresa, però, potrebbe trattarsi di una classica
“trappola per tori” e la conseguenza fisiologica sarebbe una fase ribassista più pesante
del previsto.
Man mano che gli indici si avvicineranno a questi livelli  cercherei di alleggerire
la componente azionaria anche per il trading di breve.
L’idea è di rimanere alla finestra per vedere se siamo all’inizio di una decisa fase ribassista
(come sembra) oppure se si tratterà di una semplice correzione all’interno di un trend
di lungo che rimane ancora rialzista (per ora).

I bancari hanno rimbalzato con forza ma, lo ricordo, si muovono sempre all’interno
di una tendenza bearish di lungo.
Ogni allungo, quindi, è da sfruttare per liquidare eventuali posizioni in portafoglio.
Quì da noi, per esempio, Unicredit (attorno a 6€) e Intesa San Paolo (attorno a 5,6/5,7€) 
potrebbero essere sfruttati per delle vendite allo scoperto.

A Wall Street non si può ancora gridare allo scampato pericolo su Citigroup ma
l’allontanamento dei prezzi dal baratro sopra 30$ è molto importante e tranquillizza
il mercato.
Anche altri grossi big del calibro di Merril Linch e Bear Stearns hanno migliorato
la loro posizione tecnica che era diventata critica.

L’analisi dei singoli titoli italiani, più o meno, non cambia di molto rispetto a quanto
scritto nel numero scorso.
L’unica novità arriva da Telecom Italia che riesce a superare la forte resistenza attorno
a 2,22€ e sfiora 2,26€.
Nonostante ciò, a mio parere, ci troviamo sempre vicini ad un top ed è più probabile
rivederla in basso.
Ne ho un’ulteriore conferma dai report delle principali banche d’affari che danno
il settore dei telefonici come uno migliori nel prossimo futuro.
In genere queste istituzioni fanno il loro interesse (non di chi legge) e, probabilmente,
dopo aver accumulato un sacco di questi titoli sui minimi (quando erano assolutamente
dimenticati da tutti) ora li stanno distribuendo in modo da monetizzare le laute plusvalenze.
La concorrente France Telecom, poi, il leader europeo insieme a Deutsche Telekom,
non è riuscita a superare  lo scoglio di 26€ che rischia di diventare un top per molto tempo
(per lei e per il settore in generale).

Confermo l’analisi su Fiat che si è avvicinata pericolosamente al supporto di 17€:
probabilmente si sta formando un massimo di lungo periodo.
La vedo molto più in basso.
Nel breve, invece, ritengo che da questi livelli possa partire un movimento ascendente 
che potrebbe riportarla verso 20/21€.
Il superamento di 18,25€ farà scattare il segnale rialzista (sulla forza).
Nel grafico si nota il doppio minimo attorno a 17€ che dovrebbe arrestare il ribasso
partito da 23€.
Questo pattern rialzista, però, si completerà solo sopra 19,08€.
Molto difficile che le quotazioni possano tornare nei pressi dell’importante resistenza
a 22,5€. Mi accontenterei di un rally a 20/21€.

Anche Indesit, dopo aver superato 11€, ha chiuso la settimana sopra 12€.
Se arrivasse a 13€ sarei strafelice e festeggerei a lambrusco.

I suggerimenti di aprire l’ombrello sul Bund per evitare le grandinate sembrano corretti.
Ha provato a superare nuovamente 115 e non c’è riuscito; Venerdì 7/12 è crollato
brutalmente fino a 114 perdendo un punto in una sola seduta.
Questa fase bearish potrebbe arrestarsi nei pressi di 112/113.
Ciò significa che, operando nel reddito fisso, è opportuno rimanere ancora investiti
su posizioni di breve termine oppure su obbligazioni a tasso variabile.
Sono scattati i segnali ribassisti anche su Eur/Usd (obiettivo attorno a 1,43/1,44)
e Eur/Zar (target verso 9,4).
In entrambi i casi, visto che si è virtualmente in utile, si può posizionare uno stop
a pareggio.
Se i cambi scenderanno verso i livelli indicati, oltre al capital gain sullo stesso, approfitteremo
del differenziale dei tassi a noi favorevole.

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