Articolo scritto il 14/3 per Reporter

E’ impossibile ipotizzare quanto il terremoto in Giappone potrà influenzare i mercati finanziari visto che si tratta di un
cataclisma epocale e che non si può ancora fare una stima precisa dei danni patiti dal paese.
Io faccio soltanto due osservazione cercando di torturare il grafico del Nikkey:

nel breve termine, in ogni caso, sarebbe stato molto difficile riuscire a superare l’area di resistenza tra 11.000/11.500.
Il disastro, quindi, ha anticipato quello che, probabilmente, sarebbe comunque successo.
I prezzi delle azioni sono destinati a scendere ancora.
Potrebbero fermarsi nei pressi di 9.000 ma l’ideale sarebbe un re-test della fortissima  area di supporto tra 7.000/8.000.
A quest’ultimo livello le probabilità di fine ribasso (partito nel lontanissimo 1986) sarebbero elevatissime e potrebbe
rivelarsi una di quelle opportunità d’acquisto che capitano una volta ogni morte di papa (Ratzinger toccherà ferrò!).
Visto che siamo ancora lontani da questo obiettivo non ci rimane che aspettare con calma e tranquillità: non ci corre
dietro nessuno.
L’impostazione ciclica dei mercati europei ed americani è completamente diversa.
Mentre il mercato giapponese è ancora in fase bearish di lungo (probabilmente l’unico tra i grandi), quì da noi siamo
all’interno di una fase rialzista strutturale.
Il movimento correttivo segnalato da alcuni numeri è soltanto un ritracciamento fisiologico che anticiperà una nuova
svolta bullish: al momento, però, non è ancora finito.
Nel breve termine è molto probabile che anche il nostro Ftse/Mib 40 scenderà ancora un pò dai livelli attuali.
C’è un supporto nei pressi di 21.700 punti ma, se fosse rotto al ribasso, le quotazioni potrebbero scivolare fin verso
i 20.000.
Molto importanti anche i livelli di 1.295 (per l’SP500) e 2.680 (per il Nasdaq Comp): anche quì c’è il rischio concreto
di un peggioramento dei corsi in caso di discesa sotto i supporti segnalati.
Tra le singole azioni troviamo sempre Unicredit in bilico a cavallo del supporto nei pressi di 1,8€: darei al 50%
le probabilità di discesa o di salita. In pratica: meglio non far niente.
Se dovesse prevalere lo scenario ribassista e i corsi dovessero tornare verso 1,5 potrebbe essere l’ultima grande
opportunità d’acquisto da sfruttare.
Primi segnali rialzisti, invece, soltanto sopra 1,85€.
Tod’s è salita beneficiando della notizia dell’opa dei francesi su Bulgari ma non è riuscita a superare 80€: la penso
sempre allo stesso modo. E’ una migliore opportunità di vendita.
Le due Telecom Italia tengono botta: l’obiettivo 1,19€ per la risparmio e 1,25€ per la ord mi sembrano ancora a portata
di mano.
Parmalat è tornata a 2,386€: se non si formerà un doppio massimo e le quotazioni spazzeranno via anche lo scoglio
attorno a 2,4€, dovremmo rivederla almeno nei pressi di 2,6€.
Mediaset non riesce a decollare: attorno a 4,3/4,5€, però, fino a prova contraria la reputo un’opportunità d’acquisto
da non perdere.
Rimangono incognite sul futuro del gruppo Ligresti: che faranno i francesi? Un mistero.
Nel frattempo la speculazioni si è buttata a pesce sulla Milano Assicurazioni, la compagnia più piccola del gruppo
che si ritiene possa essere ceduta.
I grafici e le quantità trattate confermano che c’è qualcosa che bolle in pentola.
Attorno a 1,5€ c’è una forte resistenza che, difficilmente, verrà superata al primo tentativo.
Se si riuscisse a comprare un po’ meglio, però, potrebbe diventare un’occasione interessante.
Finmeccanica rimane un pallino.
Siamo nei pressi di un minimo importante di lungo termine e bisogna marcarla a uomo.
Tra 8,5€ e 9€ bisogna trovare il momento migliore per comprarla.
L’idea è che possa diventare un buy & hold (compra e tieni) ad oltranza.
Ricordo ancora che la fine del trend ribassista di lungo sarà sancita dal superamento di 10€.
Enel Green Power è arrivata fino a 1,84€ ma è stato solo un attimo: i corsi sono tornati subito giù. Finchè rimangono
sopra 1,7€, però, il trend rialzista non è in discussione.

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