Articolo scritto il 17/5 per Reporter

La situazione delle borse non è per niente migliorata.
 Il +11% del Ftse/Mib 40 del 10 Maggio scorso è durato lo spazio di un mattino ed è stato un incidente di percorso:
 gli speculatori che erano al ribasso sono stati costretti a ricoprire le loro posizioni al peggior prezzo possibile in quel momento.
 Poi, quando hanno visto che l’Euro non c’è la faceva proprio, hanno capito che la manovra della BCE era un bluff
 ed hanno riaperto i rubinetti delle vendite.
 Adesso diventano cruciali i minimi del 7 Maggio su SP500 (1.060), Nasdaq Comp (2.150) e Dax 30 (5.650):
 se saranno rotti al ribasso (questi, lo ricordo, sono gli indici migliori) vorrà dire che la fase rialzista è proprio finita.
 Parliamoci chiaro: la discesa dei mercati azionari è la cosa più normale del mondo.
 Dai minimi del Marzo 2009 sono praticamente raddoppiati salendo in linea retta.
 Non poteva continuare così.
 Ovviamente le discese hanno sempre delle cause: nel 2008 erano i mutui subprime stavolta tocca a quelli sovrani.
 Se non è zuppa è pan bagnato.
 Quando i prezzi delle azioni saranno tornati ad essere sottovalutati rispetto al loro valore intrinseco e il pessimismo dilagherà le borse riprenderanno a salire.
 Quello che mi colpisce maggiormente è come un’ottima notizia (il calo dell’Euro) sia sempre riportata dai media come una iattura nazionale (e poi gli editori si lamentano che la gente non legge i loro giornali).
 Le nostre aziende (quelle che sono ancora in vita), però, possono esportare a condizioni migliori mentre i concorrenti esteri (americani ed asiatici) devono diminuire i costi unitari per rimanere competitivi.
 In questo modo, quelli che lavorano con margini ridotti all’osso (vedi i cinesi), rischiano di chiudere i conti in perdita (mors loro, vita nostra).
 Beh, il mio augurio è che la moneta comunitaria scenda ancora di più.
 Prendo a prestito la dotta citazione di Borghezio: “meglio euroscettici, che eurocoglioni!”.
 Dal punto di vista tecnico, però, siamo ormai in area di supporto contro tutte le principali monete.
 Un rimbalzone potrebbe arrivare da un momento all’altro.
 Sulle singole azioni non ci sono particolari novità rispetto al numero scorso.
 Il titolo più in pericolo rimane il Banco Popolare: sotto 4€ non ci sono appigli degni di nota fino a 2€.
 I rischi sono notevoli.
 Per questo è opportuno non aver fretta con le convertibili: si potranno comprare molto meglio anche se il loro premio
 di conversione è ormai inavvicinabile.
 Il punto di non ritorno di Unicredit è attorno a 1,5€: se dovesse scendere sotto questo minimo sarebbero guai grossi come montagne.
 Le Telecom Italia rimangono uno dei titoli che preferisco anche se non è ancora il momento buono
 per intervenire: vediamo se l’area di supporto attorno a 0,9€ reggerà anche al prossimo attacco ribassista.
 Pirelli & C si trova sul triplo massimo=0,47€: da quì, a meno di una clamorosa notizia straordinaria, può solo scendere.
 Avevo segnalato Lottomatica e la sua resistenza attorno a 15€: non è riuscita a superarla e ora è tornata nei pressi dei minimi storici: 12€ potrebbe diventare un approdo tranquillo da dove ripartire.
 Dovesse scendere sotto 11,5€ (in territorio vergine), però, il rischio è che possa inabissarsi a livelli
 molto più bassi del prevedibile.
 Su Italcementi rischia di formarsi un grande doppio minimo attorno a 6,5€:
 se sarà così vuol dire che il suo ribasso non è ancora finito (anche se manca poco).
 La trimestrale di Geox è stata accolta da una raffica di vendite: nonostante ciò i prezzi sono già a ridosso di un forte supporto attorno a 4,3€.
 Da qui potrebbe anche reagire.
 Quando le Generali scenderanno attorno a 13,5€ bisognerà iniziare a studiarle con cura per un possibile acquisto per il medio-lungo termine.
 Da questo livello, infatti, possiamo dire che si trova in un’area d’acquisto.
 Stesso discorso per le Mediobanca tra 5 e 6 euro e le Fondiaria a 8€.
 Fiat dovrebbe scendere attorno a 7,5€ mentre Finmeccanica trova un forte supporto nei pressi di 8,25€.
 Sui titoli del Gruppo l’Espresso si è formato un doppio massimo a 2,5€: questa figura si completerà sotto 1,75€.
 Se i corsi scenderanno sotto quest’ultimo livello sarà un patatrac.
 Occhio anche alla controllante Cir: se scenderà sotto 1,4€ scatterà un forte segnale ribassista.
 Avevo segnalato il supporto di 16€ su Eni: pare non riuscire a resistere all’assalto dei venditori.
 Se rivederemo i corsi a 13€, però, forse sarà meglio comprare ad occhi chiusi.

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