In questi giorni la Fed e il Tesoro hanno tanto lavoro.
Si riuniscono anche di domenica.
Lo scorso week end, infatti, hanno deciso di lasciar fallire Lehman Brothers
mentre pochi giorni dopo hanno dovuto scucire 85miliardi di $ per evitare
il crack di American Intl Group, la ex più grossa compagnia assicuratrice del mondo.
Purtroppo questo era solo la punta dell’iceberg.
Tutte le altre banche, infatti, sono infarcite dei famosi mutui subprime.
Il Tesoro, quindi, ha creato un mega fondo da 1.000 miliardi di $ in cui seppellire tutta
questa immondizia nella speranza che fra qualche anno possa tornare buona.
Non è un’idea poi tanto originale.
Negli anni ’20, per esempio, l’avevano avuta i tedeschi.
Alle prese con gli onerosi costi post bellici causati dal trattato di Versailles ebbero
l’intuizione geniale di stampare moneta.
Le tipografie lavoravamo instancabilmente giorno e notte ma il risultato non fù quello sperato.
Nella Repubblica di Weimar iniziò a dilagare l’iperinflazione.
Si andava a mangiare trainando un carretto pieno di banconote e si consumava il pranzo
in fretta e furia perché i prezzi aumentavano letteralmente a vista d’occhio.
Adesso questo pericolo non c’è più.
Non occorre creare moneta.
E’ sufficiente un computer; si schiacciano sulla tastiera un paio di tasti e si creano dal nulla
mille miliardi di debito statale.
Li chiamano T-Bond, che sa più di finanza, ma è sempre la vecchia cartaccia di un secolo fà.
Non appena è uscita la notizia di questa operazione straordinaria, infatti, il mercato
obbligazionario è andato giù a rotta di collo.
Immettete sul mercato nuovi titoli di stato? Bene, però vogliamo degli interessi più alti!
E il costo del denaro è aumentato.
Il mercato azionario ha reagito con un exploit imprevedibile.
Alcune banche (Morgan Stanley, Wachovia) sono raddoppiate rispetto ai prezzi minimi
di solo due giorni prima.
Si dice che spesso il mercato è irrazionale: questi accadimenti lo dimostrano.
E adesso? Intanto ritengo che questo rimbalzone avrà vita breve e non darà il via all’inversione
tanto attesa.
Siamo vicini al minimo ma non credo che sia ancora il momento di schiacciare sull’acceleratore
degli acquisti.
Nel breve, infatti, non credo che i principali indici riusciranno a superare i massimi relativi
toccati alla fine di Agosto.
Anzi: il re-test di quei livelli potrebbe essere una nuova opportunità per vendere.
Il segnale di vendita sui mercati obbligazionari, poi, è un’ulteriore polpetta avvelenata per le
borse.
Morale: qualche punticino verso l’alto si può ancora sfruttare ma sarà ancora la fase
discendente a darci le maggiori soddisfazioni (ovviamente se possiamo vendere allo scoperto
i titoli!).
Tra le singole azioni ho notato il doppio/triplo minimo=410$ sul gigante Google:
il superamento di 440$ ha fatto scattare un segnale d’acquisto.
La discesa sotto 410$, invece, sarebbe decisamente negativa visto che potrebbe ricondurre
i corsi verso il successivo supporto a 365$.
Tra le azioni quotate all’interno del paniere del Dow da segnalare il +30% di General Motors:
evidentemente gli investitori pensano che se il Tesoro ha salvato le banche non farà saltare
neanche il colosso del Michigan che sta attraversando un periodo molto negativo.
In Italia confermo la mia view negativa su Stm: se i prezzi rimarranno sotto 8,85€ e poi
romperanno al ribasso 8,15€ si completerà il Testa e Spalle ribassista e ne vedremo delle
brutte.
Buy invece sulla piccola Anima che scalda i motori dopo aver testato il doppio minimo
=1,08€. Il primo obiettivo=1,36€ non sembra insormontabile.
Tiscali fà soffrire, lo so, ma se l’Ing. De Benedetti ha convertito obbligazioni in azioni un
motivo ci sarà.
Buone notizie solo sopra 1,38€.
Tengo sempre d’occhio Telecom Italia: sopra 1,09€ (prima) e 1,14€ (poi) ci sono ottime
probabilità che il trend rialzista possa avere il sopravvento.