Articolo scritto il 22/6 per Reporter

 L’analisi ribassista sulle borse si sta concretizzando, seppur lentamente e in ritardo rispetto 
alle mie previsioni.
 Il nostro Ftse/Mib40 dovrebbe aver esaurito la fase di rimbalzo a cavallo del doppio massimo
=20.700; adesso diventa cruciale il minimo relativo=18.750: l’eventuale break down sotto questo 
livello darà il via ad un pronunciato movimento bearish.
 Se si concretizzerà ciò, infatti, tutte le tendenze (dal breve fino al lungo periodo) spingeranno 
verso il basso e il mercato dovrebbe accelerare verso sud.
 Stesso discorso per tutti gli altri indici esteri.
 Sulle valute rimango in attesa di un ribasso del cross Eur/Usd sotto 1,38 per poter intervenire 
short.
 Rimbalzino per i future obbligazionari ma non si tratta di un’inversione rialzista vera e propria.
 Da notare il possibile top di breve sul Petrolio: una fase correttiva avrà inizio in caso di discesa 
sotto 69$ per barile.
 L’oro, invece, non da segni di vita.
 Tra le azioni devo sottolineare come l’analisi della scorsa settimana su Pirelli Real Estate si è 
rivelata estremamente corretta: il mercato è stato alluvionato dai diritti d’opzione di tutti quei 
risparmiatori che non intendono sborsare un sacco di quattrini per partecipare all’aumento 
di capitale.
 Le quotazioni oltre 1 euro sono ancora fuori dalla realtà: il prezzo corretto (ormai a pochi millesimi 
dal nominale) è poco sopra 0,5€ e cioè vicinissimo a quello d’emissione delle nuove azioni.
 Lo sottolineo ancora: si tratta dell’ennesima fregatura ai danni dei piccoli risparmiatori mentre 
la società di controllo (Pirelli & C) ne approfitta per accumulare azioni a prezzi risibili.
 Un’altra storia incredibile arriva dalla Banca Popolare di Milano che si rafforza patrimonialmente 
con l’emissione di un prestito convertendo (non convertibile).
 Mio giudizio: non lo vorrei neanche se me lo regalano.
 Mi spiego: queste obbligazioni verranno convertite in maniera obbligatoria (non c’è la possibilità 
per il possessore di richiedere il rimborso in contanti come per le tradizionali convertibili) ad un 
prezzo tra i 6/7 euro.
 Mi chiedo: ma se oggi l’azione quota 4,2€ perché dovrei sottoscrivere questo prestito che mi darà 
le stesse azioni ad un prezzo quasi doppio e senza protezioni in caso di discesa?
 Se mi interessano compro direttamente i titoli sul mercato, o no?
 Se qualche pezzo grosso (o piccolo) della banca potesse illuminarmi sugli eventuali benefici farebbe 
cosa buona e giusta ma ritengo che dovrà sudare sette camice per farlo e alla fine non ci riuscirà.
 Molto più interessante il prestito emesso da Ubi Banca a 12,75€ e convertibile nel rapporto di 1 nuova 
azione contro 1 obbligazione.
 Questo offre al risparmiatore la possibilità di richiedere il rimborso in contanti se la quotazione del titolo 
è inferiore al rapporto di concambio.
 Ed è un bel paracadute!
 Un’ultima considerazione sulle obbligazioni emesse da Eni che sono state protagonista di un’intensa 
campagna pubblicitaria.
 Saranno sicuramente ottime, non lo nego, ma vi faccio notare quanto riportato da tutti i quotidiani.
 La compagnia petrolifera ha pagato l’1% di commissioni a tutti i collocatori.
 Significa che se avete sottoscritto 100mila euro di questi bond, chi ve li ha consigliati si è messo in tasca 
un migliaio di euro.
 Mica male per aver messo una firma su un foglio di carta, o no?
 Domanda: non è che c’è un leggero conflitto d’interesse che quello di Berlusconi ci fà un baffo?
 Secondo me sì visto che ormai le transazioni sul mercato obbligazionario avvengono a condizioni risibili 
(alcune sim si fanno pagare massimo 5/10€ per ogni ordine e per qualsiasi importo).
 Diciamo che è stata una grossa occasione per il sistema bancario per incassare un po’ di commissioni 
senza sforzo proponendo un prodotto a cui non si poteva dire di no.
 L’amico “budfox”, però, mi fà notare come i grandi collocamenti “pompati” dai media spesso hanno avuto 
una fine piuttosto disonorevole.
 Enel, per esempio, dopo quasi dieci anni, non ha più rivisto il prezzo d’emissione ed oggi quota circa la metà 
(il risparmiatore ha incassato ottimi dividendi, è vero, ma non so se sta facendo ugualmente salti di gioia!).

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