Articolo scritto il 24/5 per Reporter

Dai mercati azionari non giungono particolari novità.
Il Cac 40 e il nostro Ftse/Mib40 sono i peggiori e la loro tendenza di medio è già al ribasso.
Lo sapevamo, non è una sorpresa.
Il Dax e l’SP500 sono scesi vicino ai minimi del 7 Maggio ed era l’obiettivo segnalato.
Adesso mi aspetto un rimbalzo.
Attenzione, però: se non riusciranno a superare i precedenti massimi relativi (6.400 per il Dax e 1.225 per l’SP500)
e poi scenderanno proprio sotto i livelli toccati il 21 Maggio non ci saranno più dubbi: vuol dire che la fase bullish
è finita anche sugli indici più forti.
La scure ribassista si abbatterà indiscriminatamente e in modo generalizzato sulle azioni.
I motivi? Li leggerete sui giornali e c’è l’imbarazzo della scelta.
A mio parere, però, nessuno citerà quello più semplice: da Marzo 2009 le borse sono salite troppo e troppo in fretta
e ora non possono che scendere. Com’è succede da secoli a questa parte.
C’è una notizia buona e una cattiva sull’Euro.
Quella buona è che il cross Eur/Usd sta rompendo al ribasso sul grafico mensile di lungo.
Un nuovo break down sotto 1,21, meglio dopo un rimbalzone, darà il via alla fase bullish del biglietto verde; se sarà
così rivedremo la nostra moneta molto più in basso.
Gli imprenditori di casa nostra tifano per questo scenario.
La news negativa è che quando l’Euro scende le borse lo seguono (chissà come mai, boh!).
Dovrebbe confermare quanto già scritto in partenza.
Anche lo Yen continua ad apprezzarsi. Se Eur/Yen scenderà sotto 110 è fatta: arriveranno batoste anche dall’oriente.
Benissimo: venderemo meglio anche lì inondando i mercati del Far East! Ricordo che un anno fa la valuta nipponica
era scambiata a 170.
Il Petrolio è andato a picco dopo che ha sfiorato i 90$: tra 65/67, però, troviamo un’area di supporto da dove dovrebbe reagire.
L’Oro corregge leggermente dopo che ha toccato il nuovo massimo storico=1.250: aspetto che formi un altro minimo per ricomprare ancora.
La prossima volta, quando entrerà in territorio vergine, dovrebbe esplodere al rialzo.
Le singole azioni, chi più chi meno, stanno soffrendo.
Vi segnalo (tra parentesi) i supporti delle principali blue chip: A2A (1,1), Ansaldo Sts (12,75), Monte Paschi Siena (0,85), Banco Popolare (4), Bulgari (5,4), Buzzi (9), Enel (3,5), Eni (15, il migliore, però, è 13,5), Espresso (1,75), Fiat (7,5), Finmeccanica (8,5), Fondiaria (8), Generali (13,5), Geox (3,5), Impregilo (1,7), Intesa S. Paolo (2,1), Italcementi (6,5), Lottomatica (12), Mediaset (5), Mediolanum (3,35), Prysmian (11), Stm (5,8), Telecom Italia (0,91), Unicredit (1,55).
Devo ricordare che Azimut e Cir hanno completato due grosse figure d’inversione ribassista: mi sa che tra alti e bassi
le rivedremo molto più in basso rispetto ad oggi.
Lo stesso discorso lo faremo su Espresso quando scenderà sotto 1,75€.
I titoli più forti sono Campari e Snam Rete Gas.
Su quest’ultima si sta lentamente formando un pattern a forma di scodella: proverò a comprarla al superamento di 3,6€.
Lunedì Eni, insieme a tanti altri titoli, ha distribuito il dividendo di 0,5€.
L’area di supporto=16€ non ha tenuto e ci avviciniamo a 13,5€.
Se proprio non riuscite a star fermi qualche acquisto “a scalare” si può iniziare a fare.
Starei lontano da Pirelli che ha il triplo massimo=0,47€ che spinge i prezzi verso il basso: mi sembra piuttosto rischiosetta.
Sulle convertibili non ci sono novità particolari: sono da seguire con grande attenzione quelle del Credito Valtellinese.
Il metodo di calcolo dello “strike price” è particolarmente svantaggioso quando il prezzo delle azioni di compendio sale ma avvantaggia leggermente il risparmiatore nel caso opposto cioè nello scenario attuale.
Se si riesce a comprarle sotto il loro valore nominale in un fosso non ci si dovrebbe andare (salvo il default della banca stessa, s’intende!).

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