Articolo scritto il 26/10 per Reporter

La settimana scorsa si è chiusa con un nulla di fatto per i mercati azionari nonostante le singole sedute siano state particolarmente vivaci.
Non posso far altro che indicare nuovamente i livelli di minimo sui principali indici che non devono essere rotti al ribasso: Cac 40 (3.600), Dax 30 (5.450), Dow Jones (9.400), Ftse 100 (4.950), Nasdaq Comp (2.040), SP500 (1.020), Ftse Mib 40 (22.500).
La borsa peggiore rimane quella giapponese: se il Nikkey calerà sotto 9.600 vuol dire che il rimbalzo è finito e il trend ribassista ha ripreso il sopravvento.
Continua l’ascesa dell’Euro: Eur/Usd è a 1,5 (il segnale ribassista non è cambiato e scatterà sotto 1,45) mentre Eur/Yen è ritornato a 138.
In questo momento ritengo che sia quest’ultimo il cambio tecnicamente più interessante su cui operare: siamo arrivati in un’area di forte resistenza e in una condizione di profondo ipercomprato.
Un mix che, generalmente, apre le porte ad una fase d’inversione.
Se (quando) si formerà un pattern ribassista direi che bisognerà essere diligenti e svelti per montare in groppa al cavallo del Sol Levante.
La Sterlina ha sofferto dopo la pubblicazione dei dati sul Pil che sono risultati peggiori di quanto era ipotizzabile: in questo momento, però, il suo grafico non è né carne e né pesce e quindi è meglio lasciarla al suo destino.
Poche novità anche sulle materie prime.
Se fossi al rialzo sull’oro alzerei lo Stop Profit a 1.035 (non si sa mai) e rimarrei in attesa di un nuovo break-out sopra 1.070$ (sperando sia, finalmente, quello buono!).
Poco mossi i mercati obbligazionari; ho torturato i loro grafici ma non sono riuscito a cavare un ragno dal buco.
Sulle azioni si è notato il netto ribasso di Unicredit: il suo andamento rivela una possibile fase di distribuzione “on top”.
L’area di resistenza attorno a 2,75€ sembra veramente insuperabile. Mi aspetto una reazione positiva a cavallo di 2,45€ ma senza particolare entusiasmo.
Il balzo di Stm a 7€ si è rivelato subito un falso break-out: in chiusura di settimana, infatti, è scesa sotto 6€. La prossima area di supporto è nei pressi di 5,5€.
La resistenza=16,5€ ha fatto il suo lavoro anche su Lottomatica: le mani forti sono riuscite a risollevare i corsi fino a 17,38€ (facendo entrare tutti i colleghi trend follower che seguono i break-out); proprio in quel momento è uscita la notizia dell’aumento di capitale senza diritto d’opzione e con l’emissione di un prestito convertibile.
Quest’ultimo ha delle caratteristiche che lo preferiscono all’azione e gli arbitraggisti hanno iniziato il loro onesto lavoro liquidando le azioni per scambiarle con il bond.
Morale: Lottomatica la lasciato sul campo il 10%!
Intesa S. Paolo ha continuato a cazzeggiare tra 3,1€ e 3,2€ e solo nell’ultima seduta della settimana ha rotto al ribasso questo trading range toccando un min=3,01€.
In teoria dovrebbe muoversi verso sud.
Su Geox si è completato il testa e spalle ribassista segnalato in almeno due occasioni: anche questa dovremmo rivederla più in basso.
Corregge un po’ anche il Banco Popolare: sono curioso di vedere che cosa farà se tornerà a cavallo dell’importante area di supporto attorno a 6,2€.
Fare sempre molta attenzione al Monte Paschi Siena: se i corsi scenderanno sotto 1,37€ dovrebbero accelerare al ribasso.
Tiscali è crollata fino a 0,4205€ e si è concluso il periodo per decidere se partecipare o meno all’aumento di capitale; il ribasso, però, non è ancora finito.
L’aspettiamo sempre a cavallo di 0,18€.
Safilo è partita a razzo fino a 0,76€ e poi è tornata subito da dov’era partita. Con calma e tranquillità vedremo nei prossimi giorni se si creeranno le condizioni per riprenderla attorno a 0,6€.
Pirelli Real Estate non si è fermata neanche a 0,64€ ed ha continuato la discesa fino a 0,618€.
Non posso che essere contento visto che si potrà comprare a meno. Anche in questo caso, però, non bisognerà aver fretta. Non ci corre dietro nessuno.
Ricchetti, segnalata nel numero scorso, è mummificata con scambi rari come le stelle alpine: il nuovo livello d’entrata s’abbassa sopra 0,67€ (anziché 0,69€ di prima).
Sul chart della concorrente Granitifiandre, invece, si nota un break-out fino a 4,18€ andato a vuoto; l’impressione è che il rimbalzo partito da 2€ sia ormai agli sgoccioli.
Molto più intrigante il chart di PanariaGroup: se i prezzi riusciranno a spazzar via la resistenza attorno a 2,2€ dovrebbero muoversi all’attacco dell’obiettivo successivo e cioè 2,7€.

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