Il fondo di salvataggio da 700mld di $ studiato da Paulson e Bernanke non è stato approvato
al primo tentativo.
La reazione degli indici americani è stata violentissima con un ribasso storico da -9%,
recuperato solo in parte il giorno successivo.
Nel frattempo il virus s’espande anche in Europa e miete altre vittime tra le più importanti
banche inglesi ed olandesi.
Noi italiani, che siamo sempre gli ultimi in tutto (in teoria), stavolta potremmo essere quelli
messi “meno peggio” degli altri anche se queste epidemie colpiscono indiscriminatamente
a causa della famosa globalizzazione.
Unicredit, per esempio, potrebbe aver trovato degli scheletri nell’armadio dopo l’acquisizione
della banca tedesca.
Il crack sotto 3€, infatti, è un fortissimo segnale ribassista.
Non vorrei portare “sfiga” ma potremmo essere all’inizio di un lungo e doloroso calvario.
A livello generale, comunque, non ci sono opportunità interessanti da segnalare.
Rimango dell’idea della scorsa settimana: se gli indici dovessero rimbalzare e avvicinarsi ai
massimi di fine Agosto (Dax=6.600, Cac=4.500, SP500=1.300, Mib30=30.000) potrebbe
essere un’opportunità per vendere.
In questo momento, però, è uno scenario a cui darei scarse probabilità di successo.
Poco di nuovo anche sulle valute.
Il cambio tra Eur/Usd, ormai in fase ribassista di lungo, potrebbe terminare il rimbalzo partito
da 1,39 attorno a 1,48/1,49.
Se i corsi dovessero raggiungere questa resistenza mi metterei alla ricerca di un possibile
segnale di vendita.
L’Oro ha superato l’obiettivo di 860$ ed è arrivato fino a 920$.
E’ schizzato in alto con una violenza mai vista e potrebbe trattarsi di un falso break-out.
L’impostazione di lungo, infatti, con i due massimi discendenti tra 1.032$ e 980$,
rimane profondamente ribassista. Almeno fino a prova contraria.
Anche il Petrolio ha rimbalzato oltre ogni ragionevole previsione ma è durato lo spazio
di una sola seduta: i prezzi, infatti, si sono calmati subito e sono tornati poco sopra 100$.
Tra 90$ e 100$ mi sembra più un’area d’acquisto che il contrario.
Ed è per questo che seguo con attenzione Eni, Saipem e Tenaris che mi sembrano
troppo penalizzate.
Probabilmente non torneranno più ai loro massimi storici ma ritengo che un rimbalzone
potrebbe partire da un momento all’altro.
Il mercato obbligazionario, invece, non sembra ancora aver finito la fase ribassista di breve.
Qualche punticino dovrebbe perderlo ancora perché si possa sostenere che siamo vicini
ad un bottom.
Un discorso a parte meritano le singole emissioni societarie che in un futuro non troppo
remoto potrebbero diventare il “colpo del secolo”.
Ci sono in giro rendimenti del 20,30,40% netto anche su emittenti storici (Morgan Stanley,
Merrill Linch, Dexia, General Motors ecc).
C’è il terrore del default e, quindi, si sta alla finestra e si aspetta.
Se la situazione dovesse tornare tranquilla, però, magari grazie al piano di salvataggio, questi
bond potrebbero tornare vicino al livello di partenza.
In quest’ultimo caso possono recuperare tantissimi punti percentuali (anche di più dell’azione
emittente!).
Comprare adesso è un po’ come puntare un terno al lotto ma se si acquista per una percentuale
limitata del portafoglio e si riesce a diversificare su almeno 4/5 emittenti diversi direi che ci
si può provare.
Tra le singole azioni: l’analisi su Stm si è rivelata corretta e i prezzi sono precipitati fino a 7,13€.
Chi ha venduto allo scoperto può ricoprire il trade e portarsi a casa il bottino.
La B P Milano ha lanciato un’opa su Anima a 1,45€: contentissimi quelli che l’hanno comprata
poco sopra 1,2€ (e il cui obiettivo era un veloce mordi e fuggi!) ma, obiettivamente, si tratta
di una presa per i fondelli.
Il management della grande popolare milanese vuol comprarsi un’ottima azienda, già controllata
al 30%, per un tozzo di pane!
Mi auguro che la maggior parte dei piccoli azionisti non si faccia intimidire: il titolo vale molto
di più.
Ricordo che dette azioni furono collocate in borsa nel 2005 attorno a 3,5€.
Tiscali rimane sempre nella terra di nessuno ma con un timido segnale bullish nella seduta
di Venerdì.
Se tornerà sopra 1,44€ potremo tirare un sospiro di sollievo.
Telecom Italia, invece, sembra aver le carte in regola per mettere a segno un deciso rimbalzo.
Niente di clamoroso, temo, ma un +10/15% (fin verso 1,3/1,35€) potrebbe anche recuperarlo.
Google, segnalata nell’ultimo numero, è rimasta inchiodata ai prezzi di partenza.
Dovrebbe accelerare verso l’alto sopra 450$ con un primo obiettivo=500$.