Articolo scritto il 30/11 per Reporter

Quanto scritto negli ultimi numeri, seppur lentamente, si sta concretizzando.
Le borse di tutto il mondo hanno preso una bella randellata a seguito dei timori del crack su Dubai.
La paura, però, è durata solo una seduta: il giorno successivo i mercati hanno recuperato con forza dando l’impressione che si sia trattato di una grossa speculazione andata a buon fine.
La notizia, infatti, è uscita “casualmente” prima del giorno del ringraziamento dove i mercati americani sono chiusi e nel resto del mondo c’è minor liquidità.
Al momento si può dire con certezza che l’indice peggiore rimane il Nikkey (già in trend ribassista dal 19/11).
A ruota segue il nostro Ftse/Mib40, unico tra gli europei ad essere sceso (seppur millimetricamente) sotto il minimo del 3/11: il Cac francese e il Dax tedesco, invece, rimangono ancora a distanza di sicurezza da questo supporto.
SP500, Nasdaq e Ftse 100 Londra sono i migliori e il loro trend rialzista rimane immutato.
Da notare che gli indici più forti hanno le valute più deboli (Dollaro e Sterlina); quello peggiore (Nikkey) ha il cambio più forte (Yen).
Ancora una volta è dimostrato che la moneta svalutata avvantaggia le aziende del paese (maggiori esportazioni e competitività) e, quindi, anche le loro borse.
In ogni caso, lo scenario di distribuzione on top, mi sembra ancora quello con le maggiori probabilità
di successo. Per questo motivo ritengo che non sia proprio il momento per investire in azioni.
Anzi bisognerà tener d’occhio i minimi fatti segnare il 3/11 (Cac 40=3.550, Dax 30=5.300, Ftse 100 =4.985, Nasdaq Comp=2.020, SP500=1.029): quando (se) verranno rotti al ribasso vuol dire che la fase bullish iniziata a Marzo è finita.
Il livello per aprire posizioni short sul cambio tra Eur/Usd si alza a 1,485 (rispetto al precedente 1,465): il break down sotto questo livello dovrebbe dare il via ad un rally favorevole al biglietto verde.
Sul grafico giornaliero, infatti, si è formato un triplo massimo poco sopra 1,5.
Il cross Eur/Yen, invece, è sceso fino a 129. Siamo in piena area di supporto: mi aspetto che da qui possa rimbalzare un po’.
Per questo, se avessi aperto delle posizioni

short da più in alto, prenderei profitto: non si sa mai.
Il Petrolio ha rotto al ribasso la base del rettangolo (75$ di supporto, 80$ di resistenza) che conteneva il range delle oscillazioni.
A meno di un recupero immediato, il trend dovrebbe svilupparsi verso il basso.
La prossima area di supporto è nei pressi di 66$.
L’Oro, ovviamente, non ci molla.
Per sfruttare questo nuovo trend bullish di lungo sul metallo giallo bisognerà aspettare un ritracciamento altrimenti si rischia di entrare nel momento sbagliato.
Ho sempre in mente l’area di supporto nei pressi di 1.070$ come “buy zone”.
Il Bund e il T-Bond sono saliti un po’ ma non li trovo interessanti: li lascio a chi ne sa di più.
Quanto scritto sulle azioni nel numero scorso si è verificato con una precisione quasi chirurgica.
Geox e Saras sono i titoli che seguo con maggior attenzione e che potrebbero rimbalzare con forza da un momento all’altro.
Sto ancora cercando di capire, però, che strategia adottare. Non ho fretta.
Il Testa e Spalle ribassista su Luxottica si fà più minaccioso: se i corsi scenderanno sotto la sua linea del collo=16€ si completerà e potrebbe causare una correzione dei corsi almeno verso 13,5/14€.
Lottomatica (min=12,95€) è in piena area di supporto: da quì potrebbe tentare un rimbalzo.
Primi “timidi” segnali bullish sopra 13,6€.
Il Monte Paschi Siena ha reagito proprio a cavallo dell’ultimo baluardo e cioè 1,25€: se i suoi corsi scenderanno lì sotto c’è il rischio di rivederli verso 1€.
Rischi elevati anche per la B P Milano sotto 4,9€.
Il Banco Popolare ha rotto il supporto 5,65€ e il giorno dopo ha toccato subito 5,2€: siamo già in pieno trend ribassista di medio.
Cattive notizie anche da Mediobanca: il prossimo supporto è attorno a 7,25/7,5€.
Stm (min=5,15€) è ad un soffio dall’area di supporto=5€: se scenderà fin lì bisognerà mettersi alla ricerca di un segnale d’acquisto per sfruttare un probabile rimbalzino.
Unicredit ha tenuto botta sopra 2,17€: si conferma livello chiave.
Un’eventuale discesa sotto questa barriera avrebbe conseguenze piuttosto negative.
Non ci sono validi appigli fino a 1,6€!

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