Articolo scritto il 3/11 per Reporter

Le borse tentano il rimbalzo dopo essere sprofondate sottoterra!
Purtroppo, fino a prova contraria, si tratterà soltanto di un ritracciamento 
all’interno di una fase bearish di lungo.
Per questo motivo, chi fà trading di breve potrà sfruttare il “test” di resistenze 
importanti per chiudere eventuali posizioni (anche in perdita) e per mettersi “short” 
(se le disposizioni della Consob lo permetteranno).
La strategia di “vendere in perdita” è difficile da mettere in pratica, soprattutto 
se si è “sotto”
di un bel po’, ma permette di ricomprare gli stessi titoli ad un prezzo inferiore 
(se l’analisi, ovviamente, si rivelerà corretta).
In questo modo, quindi, si cerca di recuperare nel più breve tempo possibile.
“Mediare” è un’altra strategia che non scarterei a priori ma bisogna aspettare 
che i corsi disegnino sul grafico un fondo accettabile altrimenti c’è il rischio 
concreto di peggiorare la situazione.
Ad un risparmiatore che opera solo nel medio-lungo periodo e che ha approfittato 
della segnalazione di uscire del tutto quando l’SP500 quotava sopra 1.500, invece, 
consiglierei di stare tranquillo.
Non mi sembra ancora il momento buono per comprare azioni (seppur ipermassacrate).
E neanche per sportarsi sui titoli a reddito fisso nonostante la logica porti a pensare 
che l’inflazione calerà e quindi scenderà anche il costo del denaro.
Meglio rimanere sui cari vecchi Bot: rendono pochissimo ma sono liquidissimi.
Se domani si capisce che sta per partire un rialzo di borsa si impiega un attimo per venderli 
e per comprare le azioni!
Le obbligazioni societarie hanno dei rendimenti da favola, è vero, e probabilmente le aziende 
emittenti non falliranno (soprattutto le banche).
Ma, Lehman insegna, non si sa mai.
Io sarei dell’idea che è meglio perdere un’opportunità a meno che, avendo a disposizione 
un certo capitale, non si riesca ad investirne una parte soltanto potendo diversificare su un 
certo numero
di bond.
Tra questi inserirei tutte le convertibili analizzate in passato anche se il loro premio di conversione
è andato alle stelle a causa dei ribassi dei titoli a cui sono collegate.
Tra i singoli titoli italiani si è rivelata corretta l’analisi su Unicredit e su Intesa San Paolo.
La discesa sotto 3€ ha fatto dimezzare i corsi dell’istituto di Piazza Cordusio mentre è stato 
il break down sotto 3,3€ a far scattare le vendite sulla banca guidata da Corrado Passera.
Entrambe sono in netto recupero rispetto ai minimi ma, come detto sopra, temo che le potremo 
ricomprare più in basso.
Anche i petroliferi stanno riprendendosi un po’ dopo un crollo assolutamente inaspettato 
(almeno da parte mia).
Le trimestrali, però, ci suggeriscono che anche da loro non c’è molto da aspettarsi.
Tutte le grandi compagnie (da Exxon a Chevron passando per la nostra Eni) hanno chiuso 
il terzo trimestre con utili record per miliardi di dollari.
Nonostante ciò i prezzi non ne hanno risentito: evidentemente è già tutto scontato!
La nostra Eni, dopo aver toccato un minimo=13,16€, è tornata sopra 18€.

Se dovesse avvicinarsi a 20/21€ potrebbe essere un’opportunità per liquidare eventuali posizioni.
Tenaris è stata ulteriormente penalizzata dal fatto che opera anche in Argentina e questa nazione 
sudamericana non se la passa molto bene.
Enel è rimasta sopra 5€ dopo aver rimbalzato fino a 6€: se dovesse tornare vicino ai minimi 
storici=4,4€ si potrebbe farci un pensierino.
Telecom Italia, il cui conto economico sarà penalizzato dal rialzo del costo del denaro, 
non ha beneficiato più di tanto delle voci di possibile interesse da parte dei fondi sovrani libici.
In questo momento sul grafico si nota una forte area di resistenza tra 1,05/1,1€: se arriverà fin lì 
potrebbe essere l’occasione per venderla.
Tra i titoli da seguire per un possibile mordi e fuggi segnalo Mediaset che potrebbe dare il via
ad un rally sopra 4,4€.
Obiettivo =4,8/4,9€.
L’impostazione ribassista del cross Eur/Usd non cambia ma ritengo che un rimbalzo, prima o poi, 
dovrà pur farlo!
Vendere Dollari attorno a 1,25 (con l’intenzione di ricomprarli alla fine del ritracciamento) non mi 
sembra una cattiva idea.
Il rischio è che il cambio possa scivolare fino a 1,18 ma è lo scenario a cui darei le minori probabilità 
di successo.
Oro e Petrolio te li tirano dietro e non li vuole più nessuno; proprio per questo potremmo essere 
nei pressi di un’inversione di breve.

PS: i grafici sono su
http://www.meglioli.biz/xreporter.htm

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