Articolo scritto l’8/6 per Reporter

 Le borse sono tutte racchiuse in un trading range; dopo il forte rimbalzo a cui abbiamo assistito potrebbe trattarsi di una fase di distribuzione “on top” (anticipatrice di un ribasso) ma mi rendo conto di essere un po’ troppo “partigiano” visto che è da settimane che scrivo che il mercato è destinato a scendere (e, per ora, di ribassi manco l’ombra!).
 Non posso che ri-segnalare (tra parentesi) le linee di supporto che, fossero rotte al ribasso, accenderebbero la miccia bearish: Cac 40 (3.250), Dax 30 (5.000), Dow Jones (8.500), Ftse 100 (4.350), Nasdaq (1.775), Nikkey (9.450), SP500 (920), Ftse/Mib 40 (19.800).
 Al contrario, se gli indici dovessero superare i massimi del 2 Giugno, le probabilità che la mia analisi
 sia sbagliata aumenterebbero in maniera esponenziale.
 E bisognerà correre ai ripari.
 La bocca dello squalo (la differenza tra SP500 e i rendimenti obbligazionari), però, aumenta ancora
 (ed è oggettivamente un elemento a sfavore delle azioni): il T-Bond è affondato fino a 113 mentre il Bund, dopo aver rotto l’importante supporto 120, ha preso una bella randellata fino a 117,5 (su queste pagine vi avevo messo in guardia sui rischi dell’obbligazionario).
 In entrambi i casi vuol dire che il costo del denaro è aumentato e, evidentemente, il mercato fiuta pericolo inflazione.
 Ed è anche un ragionamento piuttosto logico visto che le banche centrali hanno combattuto il pericolo “titoli spazzatura” aumentando l’M3 (un tempo si diceva “stampando moneta” ora non c’è neanche
 più bisogno di mettere in moto le tipografie; basta digitare qualche zero in più sulla tastiera di un computer!).
 Non ci sono stati movimenti particolari sulle valute; sono ancora in attesa di un segnale ribassista su Eur/Usd ed Eur/Yen che, come le prime donne, si fà desiderare.
 Continua l’interesse sulle materie prime, Petrolio su tutti (tocca 70$): ormai siamo fuori tempo massimo per comprare ed è meglio aspettare una correzione.
 Stesso discorso sull’Oro che rimane sempre ad un soffio dalla quota psicologica di 1.000$ per oncia.
 Tra le singole azioni c’è da sottolineare l’andamento del Banco Popolare: la scorsa settimana vi avevo segnalato il rischio in caso di discesa sotto 5,75€.
 I corsi hanno rotto al ribasso e si sono avvitati velocemente fino a 5,21€ prima di recuperare un po’
 nel finale.
 Mi sembra un buon segnale ribassista (a meno che non abbiano la forza di tornare subito sopra 6€!).
 Dopo essere più che triplicato mi sembra che un ritracciamento di qualche euro sia assolutamente normale.
 Unipol è scesa sotto 0,9€: anche lei ha svoltato verso il basso.
 Lo scenario può ribaltarsi soltanto se le quotazioni riusciranno a superare 0,92€.
 Non ci sono miglioramenti per Pirelli Real Estate che tocca 5,25€ e si avvicina alla grande area di supporto nei pressi di 4,5€ (dove l’aspetto con ansia).
 La controllante Pirelli & C non se la passa meglio: evidentemente la muraglia cinese attorno a 0,32€ diventa uno scoglio insormontabile (almeno nel breve termine).
 Non ci sono miglioramenti ne su Buzzi e neanche su Italcementi anche se la velocità di discesa diminuisce: potremmo essere vicini ad un primo importante supporto da dove rimbalzare un po’.
 Fiat è mummificata a 7,8€ in attesa di chissà che cosa: ritengo che se i corsi scenderanno sotto 7,4€ (anziché 7,1€ di prima) potrebbe già iniziare il movimento bearish.
 Enel soffre ma è normale: quando si chiedono tanti soldi al mercato, sopratutto di questi tempi, sai già che non troverai la file e molti investitori preferiscono vendere i loro diritti a sconto anziché sottoscrivere nuove azioni.
 Questo, ovviamente, contribuisce ad abbassare il valore ex aumento del titolo.
 Tra le blue chip farei attenzione al doppio massimo=11,3€ su Tenaris: un’eventuale discesa sotto 10,7€ farà scattare un segnale ribassista con i controfiocchi che potrebbe riportare i corsi ben sotto 10€.
 Anche Eni, attorno a 18/19€, troverà un ostacolo durissimo da superare: potrebbe essere l’occasione per vendere e per provare a ricomprare successivamente ad un  prezzo migliore.

 

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