Quanto scritto nel numero scorso rimane valido.
Val la pena si sottolineare qualche piccolo aggiustamento. Sulla Grecia, per esempio: il break-out sopra 1.350 dell’indice
Athens General è ancora il segnale rialzista migliore ma si può prendere in considerazione l’idea di anticipare l’entrata
già sopra 1.275.
Per l’ETF Lyxor Msci Greece, invece, si potrebbe comprare sopra 3,15€ anziché 3,35€ di prima.
Il Natural Gas, come previsto, non è riuscito a superare 4,8$ al primo tentativo: meglio, in questo modo si avrà tutto
il tempo per studiare una nuova entrata a condizioni migliori.
Ricordo che quando le quotazioni riusciranno a spazzar via la resistenza=0,235€ del relativo ETF scatterà un fortissimo
segnale rialzista di lungo periodo.
Gli indici delle principali borse sono atterrati sui supporti segnalati (SP500 a 1.250, Nasdaq a 2.600, Dax a 7.000
e il nostro Ftse/Mib 40 a 20.000): a questo punto non ci resta che aspettare per vedere che tipo di reazione ci sarà.
L’idea è che da quì i mercati azionari possano recuperare.
Se fosse il settore bancario/finanziario a risvegliarsi sarebbe anche meglio ma non si può aver tutto dalla vita.
Confermo la probabile ripresa di Intesa S. Paolo > 1,85€. La scorsa settimana si è fermato un doppio minimo a 1,75€
ed ora le probabilità bullish si sono rafforzate.
Unicredit, invece, è scivolata fino a 1,40€8 ma poi ha recuperato subito con forza. Deve riuscire a superare 1,6€ per
poter allontanarsi dal burrone in cui è precipitata.
L’aumento di capitale di Ubi Banca non è stato accolto in maniera molto positiva: è partito con l’azione a 4,8€ ed oggi
siamo sotto 4€. Ha perso un 20% e i corsi si stanno avvicinando al prezzo di emissione delle nuove azioni.
Tenaris è scesa fino a 15,51€: nei pressi di 15 c’è un forte supporto e potrebbe diventare un’opportunità d’acquisto.
Val la pena seguirla con attenzione.
Aspettavo Telecom Italia a 0,95€ ed è peggiorata fino a 0,916€: a 0,9€ troviamo un supportone molto importante.
A quel prezzo sono disposto a comprarla anche su debolezza.
Mediolanum è scivolata fino a 3,184€: tra 2,9/3€ troviamo un’area dove in passato i comprat
ori sono usciti fuori dal
letargo.
Potrebbero farlo anche stavolta. Anche questa la terrei sotto stretta osservazione.
Avevo scritto che l’eventuale discesa di Mediaset sotto 4,25€ avrebbe fatto scattare un segnale ribassista degno di nota.
Siamo a 3,33€ e non ci sono ancora sintomi di ripresa.
Meglio lasciarla ad altri.
Lottomatica è scivolata fino a 12,31€: siamo arrivati dove l’aspettavo. A questo punto non ci resta che aspettare la
formazione di un pattern d’acquisto. Con calma e pazienza: non ci corre dietro nessuno.
Svolta su Fiat? Sembra di sì. La resistenza nei pressi di 7,5€ ha fatto il suo onesto lavoro e la discesa sotto 7€ è un
primo input ribassista. Ulteriore conferma se i prezzi dovessero scendere anche sotto 6,5€.
Idem per la controllata Exor la cui tendenza ha girato verso il basso quando i prezzi sono scesi sotto 22€.
Generali ha toccato 14€:
tra 13,5€ e 14€, per chi ha un portafoglio ampio, si potrebbe iniziare a comprare anche su debolezza.
Anche Finmeccanica è tornata a 8€, importante doppio minimo di lungo termine.
Primi segnali di ripresa già sopra 8,25€.
Diventa molto interessante Eni che sta ritestando i 15,5€: attorno a questi livelli le probabilità di fare un buon affare
aumentano.
Campari non è riuscito a superare il suo massimo storico al primo tentativo: ci riprova ma, dovesse scendere sotto
5,2€, meglio chiudere il trade in tutta fretta.
L’impostazione rialzista di A2A non cambia: strong buy sopra 1,2€.
A questi prezzi le convertibili segnalate in passato (Emilia, Carige, Banco Popolare, Ubi) si possono comprare un
po’ tutte con rischi di ulteriore ripiegamento molto contenuti: nella peggiore delle ipotesi si incasserà il loro rendimento
tenendole in portafoglio fino alla scadenza –vedi anche lo Speciale-.
Ovviamente è un discorso valido soltanto per tutti quelli che hanno una certa disponibilità e sono obbligati a diversificare
su tanti titoli.
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