Articolo scritto per Reporter

Tremonti (o chi per lui) ha fatto la patrimoniale nascosta. Mica tanto: i giornalisti se ne sono accorti subito, hanno fatto due
conti e giù  titoloni sui giornali.
I piccoli risparmiatori l’han presa in quel posticino!
Con questa operazione, senza far tanto casino, se quelli di sinistra sono appena appena intelligenti, il Berlusca ha già perso
le elezioni del 2013. Garantito.
Probabilmente uno di destra non voterà mai per il candidato di sinistra ma non  ridarà certamente fiducia al cavaliere.
Tanti saluti.
Non volendo perdere tempo inutilmente a tirar accidenti, l’unica cosa da fare è cercare di sminuire gli effetti di questa
dolorosa spremuta.
Ci provo.
Chi ha un solo deposito non può far altro che confrontare il rendimento che ottiene dai titoli di stato (dedotti i super bolli
sul deposito titoli) con la remunerazione di un conto corrente.
Molte banche, per esempio, soprattutto quelle on line, si fanno pubblicità con tassi tra il 3% e il 4% lordo. Mica male.
Sarà anche l’occasione per fare due chiacchiere con il funzionario di turno e vedere se si riescono a strappare delle condizioni migliori. Altrimenti si cambia!
Chi ha più conti può decidere di spostare tutto in un’unica posizione: oltre al risparmio sulle nuove gabelle, non pagherà più
i bolli e i costi fissi sulle posizioni estinte. Anche quì un po’ di fieno in cascina.
In più, per una volta nella vita, si può avere un discreto potere negoziale: puoi chiudere il conto (si sa quanto i bancari
soffrono!) oppure aumentarlo con i risparmi depositati nelle banche concorrenti.

Alla richiesta del funzionario: “ma perché proprio il nostro ?” potrete sempre rispondere come farebbe il sindaco di Napoli:
“why not!”.
Ne riparleremo.
Veniamo alle borse con l’Italia sotto assedio dei cattivi speculatori. Faremo la fine della Grecia?
Non lo so, ovviamente! Posso però mettere in evidenza un elemento che si concretizza raramente ma che potrebbe essere
molto utile per le scelte che saremo chiamati a fare.
Quando le borse sono il titolo d’apertura di tutti i giornali e di tutti i tg vuol dire che siamo vicini ad un punto di svolta,
contrario rispetto alla logica.
Vi ricordate, per esempio, quando nel 2009 il Dow Jones scendeva

a rotto di collo sotto i 7.000 punti e sembrava che il
mondo sarebbe crollato da un momento all’altro?
Prendete un grafico e andate a controllare.
Era il momento di vendere o di comprare ?
Ascoltando i media, potendo, ti saresti già suicidato diverse volte!
Questo “indicatore” non ti dice con esattezza millimetrica quando entrare ed uscire ma ti mette quella pulce nell’orecchio
che, certamente, ti può aiutare.
Dal punto di vista prettamente tecnico il nostro Ftse/Mib 40 è tornato sul doppio minimo=19.000:

 

se questo supporto reggerà e i corsi torneranno sopra 20.600 significa che la fase correttiva è finita e il toro riprenderà
a scalpitare tra i computer.
In caso di break-down, invece, i venditori continueranno a tirar mazzate ed è difficile ipotizzare dove andremo a parare.
Il settore bancario rimane sempre quello sotto maggior pressione ma io rimango sempre dell’idea che è quello da seguire
con maggior attenzione perché quando si girerà verso l’alto lo farà con una forza inaspettata.
Unicredit, l’istituto più importante, è sceso anche sotto 1,3€ ed è certamente un segnale poco piacevole visto che il grande supporto a ridosso di 1,5€ è stato spazzato via come se niente fosse.
A questo punto bisogna soltanto continuare ad aver pazienza ma è necessario altresì essere svelti ad entrare quando (se) si creeranno le condizioni.
Molto interessante anche il doppio minimo storico di 3 euro per Mediaset: dovesse scivolare sotto non ci sono più appigli
a cui far riferimento e potrebbe prendere un’altra imbarazzante legnata.
Al momento, però, sembrerebbe più un’opportunità d’acquisto: la comprerei solo sulla forza al superamento di 3,2€.
In una situazione tecnica simile troviamo A2A a 1€: si può fare lo stesso ragionamento di cui sopra.
Per parlare d’inversione rialzista bella e buona, però, dovremo aspettare il break-out sopra 1,1€.

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