Articolo scritto per Reporter

Pubblico in anticipo l’articolo che verrà pubblicato il 2/9 sul settimanale Reporter.
La novità della settimana per tutti gli investitori (non per i trader) è l’investimento
di 5miliardi di $ in Bank of America (Nyse BAC) da parte di Warren Buffett.
Fino al giorno prima le quotazioni del gigante del credito erano in caduta libera;
la decisione del guru del New England ha spiazzato tutti e le ha risvegliate.
Il n. 1 di Berkschire Hataway, infatti, compra soltanto quando i prezzi sono in saldo
e, soprattutto, dopo aver effettuato un’accuratissima analisi del bilancio dell’azienda
e del suo management.
Se Buffet compra, quindi, direi che ci possiamo fidare (vedi MINI E-BOOK).
Nel 2009, quando le borse scendevano a picco, fu l’unico a sostenere che avrebbe
investito il 100% del suo portafoglio in azioni dopo che per anni aveva beneficiato
dei tranquilli rendimenti delle obbligazioni emesse dal Tesoro americano.
Sempre lui, nel 2000, veniva sbeffeggiato perché sosteneva che non capiva i titoli
tecnologici e riteneva che la bolla speculativa sarebbe esplosa.
Sappiamo com’è andata a finire.
Chi vuole copiare i trade del miliardario, però, deve sapere che occorre molta pazienza.
Perché un investimento possa portare dei risultati eccezionali è indispensabile comprare
grandi compagnie e mantenerle in portafoglio per molto tempo in modo che gli utili non
distribuiti possano aumentare il valore intrinseco dell’azienda.
Questo è la ricetta del piccolo gigante di Omaha.
Tra le società in portafoglio da anni segnalo per i più curiosi: Coca Cola (è il maggior
investimento della finanziaria, quasi il 9% dell’intero portafoglio), Procter & Gamble,
Wells Fargo, Guinnes,  Washington Post, Goldman Sachs, General Electric
.
Riguardo Bank of America: l’analisi tecnica ci può aiutare per trovare il timing
d’entrata vincente.
Mi vengono in mente due strategie: o si compra su debolezza nei pressi di 6$ oppure
sulla forza al superamento di 9$.

 
Nei prossimi giorni, con calma, è probabile si possa trovare un segnale migliore.

Nei numeri scorsi vi avevo segnalato come il Dax saliva a bestia perché nel suo
paniere c’erano soltanto 2 banche mentre il povero Ftse/Mib 40 era appesantito
da 9 blue chip del settore creditizio.
Adesso che la crisi è arrivata all’industria l’indice tedesco prende le mazzate
percentuali più grosse.
Matematico !
Purtroppo il trend ribassista incombe sempre su tutte le borse: per il momento
è opportuno rimanere alla finestra e marcare a uomo i titoli potenzialmente più
interessanti.

Eni, per esempio.

 
Lunedì ha fatto un incredibile +9% in seguito alla fine della guerra in Libia
ma poi s’è tranquillizzata subito.
Se dovesse tornare nei pressi di 12€ potrebbe essere un acquisto a basso rischio.
Stesso discorso per le Generali (nei pressi di 10€) e la controllante Mediobanca
(a ridosso di 5,5€): possono tornare buoni come trade per il lungo periodo
(alla Buffett per intenderci!).
Saipem, invece, dovesse rimbalzare nei pressi di 33€, potrebbe diventare un
interessante volontario per vendite allo scoperto prolungate.
Telecom Italia ha resistito ai timori di una possibile nuova tassa e sta formando
attorno a 0,8€ una base da dove ripartire.
Probabile segnale d’acquisto di breve al superamento di 0,85€.

Le convertibili rimangono l’unica distrazione a basso rischio.
Purtroppo il mercato s’è accorto dei rendimenti appetitosi di certe emissioni
e quindi non è più così facile comprare su debolezza come in precedenza.
Se si riuscisse ad acquistare a 96 la B P Emilia 2015 e la Carige 2015 sarebbe
un ottimo affare e nel breve si potrebbe cercare di rivenderle a 99.
Il CCT 1MZ2017 è sceso a ridosso di 89: forse si può anche prendere meglio
ma inizia ad essere terribilmente interessante.
Da notare che chi l’ha venduto a 90,5 (vedi Reporter del 22/8) sta facendo
un altro giro e sta portando a casa un vantaggio, seppur virtuale, di 1,5 punti
in poche sedute.
L’idea è di comprare 1/5 di quello che si vuole investire e di incrementare
la posizione se i prezzi dovessero continuare a scendere.
In questo caso non penserei proprio allo Stop Loss. Anzi.
Starei lontano dai BTP a meno che non si concretizzi un ritracciamento degno
di nota.
Non avrei fretta.

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1 commento su “Articolo scritto per Reporter”

  1. concordo a 1000 per ENI….massacrata senza grossi motivi…generali(a trieste tira brutta aria) meglio lasciarla dov’è,anche perchè i vari promotori fann molta fatica a piazzare polizze vita e altri prodotti(ma la gente capisce che una familia con 1 bimbo ,1 mutuo ,e 2 stipendi base nn arriva a fine mese!!!)
    a suo tempo per sfizio seguivo i titoli dell’ORACOLO…direi son titoli a lunghissimo periodo….io avevo le coca cola e ho dovuto aspettare 4anni per portare via 2 spiccioli…
    general electric 8/10/2007 quotava 41,03 dollari…ieri 15,54…io nn so a che prezzi di carico le abbia il “saggio”,,,ma sicuramente non è come me che gli servono anche quelli sul conto (oltre al dossier titoli)…
    buon week franco …e speriamo lancino un ‘opa su NOKIA

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