Articolo scritto per Reporter

E’ perfettamente inutile commentare lo scenario: basta accendere la TVo leggere le prime pagine dei giornali.Siccome il terrore è già seminato, cercherò di evidenziare la possibile bottiglia
mezza piena.
Innanzitutto: non so se siamo su un minimo o se vedremo ancora prezzi più
bassi.
Di sicuro: è proprio nei momenti come questi che si fanno grandi affari
e bisogna tenere occhi ed orecchi spalancati.
L’ultima grande opportunità d’acquisto: Marzo 2.009.

 

Lo SP500 ha appena toccato un nuovo minimo relativo a 666 (il numero del
diavolo, tra l’altro!) e sembrava che il mondo sarebbe crollato da un momento
all’altro.
Due anni dopo, ridendo e scherzando, troviamo i prezzi più che raddoppiati.
Purtroppo i media, spargendo inquietudine a destra e a manca, non fanno certamente
il nostro interesse: è fondamentale seguire il consiglio di Joe Ross “prendi le tue
decisioni in base a quello che vedi non a quello che pensi”.
Sarebbe meglio spegnere la tv o guardare qualcos’altro che non abbia attinenza
all’economia anche perché la maggior parte degli esperti che trattano questi
argomenti ha un grosso difetto: non sa di non sapere.
E, ovviamente, spara cavolate a raffica come posso fare anch’io.
Qualche Professore molto ben pagato, per esempio, ci aveva giurato che le dimissioni
di Berlusconi avrebbero risolto d’un colpo tutti i problemi in Italia (ma che dico Italia:
in tutta Europa!).
Non è stato così, purtroppo.
Altri ipotizzano l’esclusione forzata dall’Euro di Italia, Spagna e dei paesi porcellini.
Può darsi tutto; per me materialmente è un’operazione impossibile da realizzare
e soprattutto necessita di tempo, una materia prima che i mercati non ti mettono
a disposizione.
Di sicuro sarebbe un’operazione straordinaria mai vista prima; per questo motivo
non si può sapere che cosa potrebbe succedere in seguito.
Un precedente, anche se molto diverso, è quello dell’Argentina nel 2002.
La loro moneta, il peso, era tenuto artificialmente attaccato al Dollaro nel rapporto
di 1 a 1.
Decisero di svalutare e il rapporto di cambio salì di colpo, dalla sera alla mattina,
a 4 con una perdita di valore secca del 75%.
Date un’occhiata a come reagì il mercato azionario.


Dal minimo storico di 193,4 salì a 500 in due mesi; esattamente dieci anni dopo,
tra alti e bassi, il Merval ha toccato un massimo storico a 3.700.
Direi che per l’economia non è andata poi così male. O no?
La borsa italiana, abbracciata all’euro (che doveva essere la soluzione di tutti
i mali!), nello stesso periodo è scesa sui suoi minimi storici.
Nessuno, ripeto e sottolineo nessuno, può sapere che cosa succederà se ci cacciano
dall’euro.
Può anche darsi che la premiata ditta Sarkozy &Merkel abbia di che pentirsene.
Chi lo sà: di cappelle ne hanno fatte e continuano a farne da mesi.
Morale della favola: anche queste, ovviamente, sono chiacchiere da bar sport
e non credo proprio ci possano aiutare.
Andiamo a vedere i principali indici dal punto di vista tecnico.
Il nostro Ftse/Mib 40 non deve scendere sotto 13.000:

 

se si verificherà ciò significa che lo scenario sta peggiorando a vista d’occhio.
Per parlare d’inversione rialzista di medio periodo, dovremo aspettare il superamento
di 17.000.
Ovviamente, visto che siamo piuttosto lontani da quel livello, cercheremo di entrare
un po’ prima se il mercato darà segnali di vita.
L’ultima gamba ribassista, infatti, è stata sostenuta da volumi piuttosto ridotti
e semprerebbe confermare il possibile doppio minimo di lungo.
Una ripresa dei corsi, indicativamente, sopra 15.000, potrebbe essere un primo
input favorevole al mercato azionario.
Il Dax, ovviamente, rimane l’indice migliore in tutta Europa.
Non deve scendere sotto i 5.000 altrimenti significa che la fase ribassista di medio
sta riprendendo il sopravvento.
Nell’ultima settimana anche il Nasdaq 100 ha preso una bella botta: se non scenderà
sotto i 2.000 punti le probabilità di un’accelerazione verso l’alto non sono ancora
compromesse.
E se (quando) lo vedremo sopra 2.450 potrebbe scattare lo strong buy già segnalato
da tempo.

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