Articolo scritto per Reporter

Quanto scritto negli ultimi numeri, lentamente, si sta concretizzando.
I mercati azionari non sono riusciti a superare le resistenze segnalate 
e hanno iniziato la fase discendente.
Tra i titoli più in pericolo avevo individuato anche General Electric.
Venerdì è calata del -12% in un colpo solo!
Buon fiuto? No, solo fortuna. Anzi, è scesa oltre le più pessimistiche 
previsioni!
Temo che altre blue chip la copieranno.
In una situazione “delicata” trovo: J&J, McDonald’s, 3M, JP Morgan Chase,  
Intel, Ibm, Microsoft, Ford Motor, Exxon, Ebay, DuPont, Coca Cola, Citigroup, 
Ciena, Broadcom, Apple, Amazon, American Intl Group
.
Attenzione: non credo che crolleranno come birilli ma una spuntatina 
alle ali dovrebbero prenderla!
Il problema, al momento irrisolvibile, è capire se si tratta della continuazione 
del trend ribassista oppure se siamo agli sgoccioli dello stesso e fra poco 
ripartirà una nuova fase rialzista.
Inutile star quì a far ipotesi: rischierei di sprecare la pagina senza arrivare 
a nessuna conclusione.
Meglio aspettare che la natura faccia il suo corso: quando i corsi saranno 
un po’ più bassi le idee saranno sicuramente un po’ più chiare e si potranno 
prendere decisioni più corrette.
Le valute non danno molta soddisfazione: sono sempre in attesa di vendere 
il cross Eur/Usd sotto 1,55 ma sto cominciando a diventare inpaziente visto 
che, seppur lentamente, non smette di salire.
Idem per Eur/Yen: anche qui, attorno a 160, sto cercando la strategia migliore 
per venderlo.
Più o meno dovremmo essere vicini ad un importante top di periodo.
Mi ha stupito il petrolio: non credevo che avrebbe superato i massimi storici.
Invece c’è riuscito!
Sul mercato azionario italiano (che è quello che interessa la maggior parte dei 
lettori) posso solo rielencare le azioni vicine ad un top e che sono più a rischio 
correzione: Unipol, Tenaris, Mondadori, Mediaset, Mediobanca, Mediaset, 
Italcementi, Generali, Finmeccanica, Fiat, Eni, Intesa San Paolo, Ubi Banca
.
Una menzione speciale va a Mediaset.
Mentre scrivo (Lunedì 14 Aprile) è in netta controtendenza e quota 6,15.
Probabilmente qualcuno scommette sulla vittoria di Berlusconi alle elezioni.
Se sarà così, però, c’è il rischio che questo sia già scontato dai prezzi.
Non vorrei che, come succede sempre, si confermi il detto “vendi sulla notizia”.
Se poi ci fosse un’imprevista vittoria della sinistra sarebbe una maledizione.
Ed è per questo che ho suggerito di vendere il titolo attorno a questi livelli.
Per provare a cavalcare il ribasso, invece, si potrà “shortare” quando i prezzi 
romperanno all’ingiù la soglia di 6.
Fiat ha superato leggermente la resistenza di 15, scambiando volumi enormi, 
ma non è riuscita a rimanere sopra.
Evidentemente qualche “peso massimo” ne approfitta per liquidare.
Credo che un ritorno verso 13 ci possa stare.
Anche le banche hanno ingranato la retromarcia: il rimbalzone dai minimi 
è finito e le rivedremo un po’ più giù.
Intesa San Paolo, per esempio, si potrebbe anche provare a vendere allo scoperto 
posizionando uno stop loss se i prezzi dovessero superare 4,84.
Anche il Credem, analizzato nei numeri scorsi, sta procedendo come previsto.
Deve ancora lasciare sul campo qualche punticino percentuale per tornare appetibile.
Corretta anche la decisione di chiudere il trade su B P Emilia Romagna attorno a 15: 
è già tornata a 14 (avremmo recuperato un eurino in pochi giorni).
Da diverse settimane segnalo sempre Panaria: non preoccupatevi, non mi sono innamorato 
e non è neanche il mio tipo.
Non è ancora giunta l’ora canonica ma bisogna sicuramente seguirla perché il minimo 
è vicino e il recupero potrebbe essere superiore alle aspettative.
Se scenderà attorno a 3 credo che bisognerà proprio alzare le antenne al cielo!
Su Mariella Burani di Cavriago, invece, siamo ancora lontani da un possibile recupero: 
forse ne riparleremo se i prezzi scenderanno a cavallo di 15,5.

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