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La scorsa settimana NON ho letto nessuna presa di posizione seria del dott. Profumo
riguardo il problema dei derivati proposti da Unicredit a piccole aziende ed enti pubblici.
Aspettavo con molto interesse di sentire l’altra campana.
Devo dedurre che i giornalisti di Report (Ra
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i 3) hanno colpito il bersaglio grosso.
A buon intenditor, poche parole!
Ma torniamo velocemente ai nostri amati mercati.
Il 19 Ottobre Wall Street ha preso una bella batosta anche se assolutamente non paragonabile
a quella che s’è verificata vent’annni prima.
Era un movimento assolutamente atteso (l’alto ipercomprato non perdona!) e, infatti, avevo suggerito di disinvestire il portafoglio azionario a tutti quelli che seguono con poco interesse
il mercato (vedi Reporter del 12/10).
Adesso c’è da capire come si svilupperà questa fase correttiva e lo valuteremo giorno dopo
giorno.
Anche le azioni dell’alta tecnologia quotate nel paniere del Nasdaq, che hanno avuto
performance migliori di quanto ci si poteva aspettare, risentiranno dell’andamento ribassista
e, probabilmente, le riusciremo a ricomprare a prezzi migliori.
Google, la migliore in assoluto, sembra un panzer tedesco che spazza via ogni ostacolo
ma liquidarla attorno a 650$ (dopo averla presa poco sopra 500$) non mi sembra un delitto.
Seguirei con attenzione il settore dei bancari che rimane sotto pressione per via dei mutui
subprime; a livello tecnico ci sono diversi elementi che fanno pensare che la fase bearish
potrebbe essere ormai agli sgoccioli.
Merril Linch, American Express, Bear Stearns, Citigroup mi sembrano i big più
vicini al fondo.
Da seguire con molta attenzione perché potrebbero invertire da un momento all’altro in
mezzo al pessimismo dilagante.
La situazione è simile anche in Italia.
Unicredit, Banco Popolare, Ubi Banca, B P Milano hanno perso circa il 25/30%
dal loro massimo storico e si trovano in una situazione di ipervenduto a livelli record.
Bisogna aspettare che si formi un pattern rialzista prima di decidere di schiacciare il
pulsante “buy” ma val la pena marcarli a uomo.
Stesso discorso per Mediolanum che s’è fermata contro la prima resistenza di 5,46€
e poi è tornata giù.
L’area attorno a 4,8/5€ potrebbe diventare un’altra potenziale opportunità d’acquisto
per chi è rimasto fuori l’ultima volta.
L’entrata su Banca Italease, invece, NON è stata tempestiva e i corsi sono scesi sotto
il livello di stop loss.
Ritengo che sia solo questione di tempo.
Alla prossima svolta rialzista bisognerà riprovarci a meno che i corsi non scendano
nettamente sotto il minimo di 12,1€.
In quest’ultimo caso il rischio di un patatrac non è da escludere.
Mi piace molto Indesit che sta disegnando un doppio minimo di lungo nei pressi di 12€.
Ha tentato un primo recupero sopra 13€ ma è andato male.
Se i corsi rimarranno sopra questo supporto e troveranno la forza per superare i 13€ scatterà
il segnale rialzista di lungo.
Le quotazioni sono in netto calo dal massimo storico di 18,7€ e, quindi, lo spazio per
recuperare è abbondante.
Cattive notizie, invece, su Erg (mentre scrivo è sceso sotto 14,7€).
Se le quotazioni non tornano subito sopra quest’ultimo livello può inabissarsi ulteriormente.
Anche Fiat rischia di aver trovato un grosso ostacolo attorno a 23€.
L’eventuale discesa sotto 22,5€ può riportare i corsi verso 21€.
In Bund ha reagito sul supporto di 112 dopo essere scivolato fino a 111,5; da quì
è riuscito a risalire fino a 113,5.
Probabilmente lo vedremo ancora più in alto ma non credo che riuscirà a superare 115.
L’analisi di venerdì scorso era corretta ma difficile da mettere in opera vista l’alta
volatilità delle ultime sedute.
Sul Dollaro sono sempre seduto lungo il fiume ed aspetto (con pazienza sovrumana) che
si concretizzi lo scenario ribassista.
In questo momento, probabilmente, sarà la discesa del cross Eur/Usd sotto 1,415 a far
scattare il segnale rialzista sulla valuta a stelle e strisce (se i prezzi salgono anche il livello
d’entrata s’adegua al rialzo).
Stessa strategia che adotterò per l’ Eur/Yen.