La borsa e i giornali

 

Una considerazione su quanto sta succedendo:
l’argomento borsa trova spazio a caratteri cubitali nelle prime pagine di tutti 
i giornali soltanto nei momenti critici (o sui minimi o sui massimi).
In entrambi i casi con una terminologia contraria all’interesse dei risparmiatori.
Sui minimi si usa "panico, terrore, crollo, bruciati tot miliardi" che induce 
gli investitori a correre in banca a disinvestire.
Sui massimi "exploit, sospensioni al rialzo, euforia" che, al contrario, 
spinge il "barco buoi" a comprare a prezzi da collezione.

Vediamo cosa succede a posteriori.
Nel 1987 Wall Street crollò veramente del 20% e passa per cento!
I cali di ieri, al confronto, sono bruscolini!
Si ricorda sempre il crack ma nessuno scrive che chi comprò nei giorni 
successivi "beccò" il trend rialzista più forte da che si parla
di borsa!
Nel 2001, dopo l’attacco alle torri gemelle, gli indici precipitarono
per qualche giorno.
Non so se c’era più paura-terrore-indecisione allora o adesso.
Altrettanto velocemente, però, i mercati risalirono.
Ovviamente non si poteva comprare proprio a 23.541 ma gli affari
li ha fatti chi ha acquistato durante lo scivolone.
A Novembre del 2007 il Leone di Trieste era su tutti i giornali perchè 
un tal fondo Algebris ne aveva comprato una quota, diceva che era 
sottovalutata ecc ecc.

Generali
sfiorò i 34€! Da allora solo ribassi.
Non parliamo di Tiscali. Doveva essere comprata a 2,8€ da Vodafone 
e tutti se la strappavano di mano. Tutti tranne Vodafone!
Ricordate il Petrolio a 140$?
Ogni giorno saliva di 1 o 2 dollari e l’Oro Nero occupava tutte le prime pagine.
Doveva arrivare a 200$, qualcuno diceva 300$, altri che era finito materialmente.
Ora siamo a 90$ ed è scomparso dalle pagine dei giornali.
Morale: il ribasso è finito?
Non lo so.
Certamente siamo ancora più vicini al minimo di quanto lo eravamo prima.

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