Obbligazioni Argentine di Beppe Scienza

Fu un errore non accettare nel 2005 l’Offerta pubblica di scambio (Ops) dell’Argentina, per quanto non generosa. Un grave errore commesso da circa 250 mila italiani mal consigliati da varie associazioni di consumatori e dalla ditta Altroconsumo, tutte appiattitesi sulle posizioni della Task Force Argentina (Tfa) di emanazione bancaria. Bastava un minimo di competenza (e di onestà) per concludere che conveniva aderire, come fecero praticamente tutti i grossi investitori e i risparmiatori all’estero, in particolare in Germania; e come io e pochi altri consigliammo subito di fare.

Chi rifiutò l’offerta è rimasto finora col cerino acceso in mano. Se poi ha cercato di smobilizzare le sue obbligazioni, l’ha fatto a prezzi fortemente penalizzati o addirittura non è riuscito a venderle.

Ora l’Argentina ha riaperto il concambio a condizioni un po’ peggiori. Al riguardo viene in mente il detto latino: “Errare umanum est, perseverare autem diabolicum”. Per chi non l’aveva fatto cinque anni fa è infatti indubbia la convenienza economica ad accettare la proposta. La scelta fra titoli Par 2038 e Discount 2033 è invece un aspetto secondario del problema.

Per maggiori dettagli e valutazioni numeriche sull’argomento si veda il mio articolo a pag. 22 dell’inserto Affari & Finanza de la Repubblica del 10-5-2010 intitolato: «Bond argentini, risparmiatori traditi due volte», scaricabile anche dall’indirizzo www.beppescienza.it. Lì ci sono pure vari miei articoli relativi all’Ops precedente.

L’attuale Ops argentina si rivolge anche a chi aveva aderito all’offerta del 2005, ma gli italiani con titoli Par o Discount possono benissimo non tenerne conto e anzi potrebbero trovarsi dopo con titoli sostanzialmente uguali ma meno liquidi.

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2 pensieri su “Obbligazioni Argentine di Beppe Scienza”

  1. INTERVISTA A BEPPE SCIENZA

    Prima affermazione:
    Secondo Beppe Scienza c’è stata molta leggerezza nel consigliare nei tempi passati ai risparmiatori i bond argentini, da parte di troppi funzionari di banca! Ma i risparmiatori sono stati mal consigliati anche quando nel 2005 è stato suggerito loro di non aderire alla prima proposta di scambio. E questo consiglio “sciagurato” è stato dato anche da diverse associazioni dei consumatori come anche dalla Task Force Argentina, l’associazione di difesa creata dalle banche italiane.
    Spiegazione:
    Non dimentichiamo che la leggerezza e/o negligenza delle banche nel consigliare i titoli argentini c’è stata per scaricare il rischio del fallimento argentino!
    Se vogliamo però una enorme leggerezza nella vicenda argentina l’ha giocata anche il FMI che prima, con la scusa di dare aiuto, ha garantito il pagamento delle cedole ed i rimborsi dei capitali alle varie scadenze! Poi sul più bello ha mollato tutto, rientrando fino all’ultimo centesimo nella sua esposizione!
    Commento:
    Dov’è finita la correttezza e/o l’etica?
    Seconda affermazione:
    “Chi non ha accettato allora ha avuto la peggio e ha perso solo tempo (e soldi)” osserva. Tutto questo mentre i grandi investitori (fra cui banche e fondi) allora aderivano in massa alla proposta.
    Spiegazione:
    Chi non ha accettato lo scambio argentino allora non ha accettato neanche lo scambio proposto dalle banche che offrivano di chiudere tutto con un rimborso del 50%! Ora dire che le banche allora aderivano in massa alla proposta argentina è mettere in ridicolo il risparmiatore, come se non sapesse fare neanche il conto della “serva”! Infatti sappiamo tutti che le banche chiudendo la partita ritiravano i titoli e aderendo all’offerta argentina recuperavano, con il tempo, anche il 55% mentre il rimborso che avevano fatto era del 50%!
    Commento:
    Le banche oltre ad aver procurato il danno ci guadagnavano anche sopra!
    Terza affermazione:
    Un parere condiviso dall’avvocato mantovano Roberto Vassalle, secondo cui la Tfa è stata “un mero escamotage per tenere fermi, con la speranza di un rimborso che non è mai arrivato, i risparmiatori, impedendo loro di fare causa alle banche che sono le principali responsabili di quanto è accaduto in Italia in merito ai bond argentini”.
    Spiegazione:
    Evidentemente, come il risparmiatore è stato convinto dalle banche ad acquistare quei titoli, allo stesso modo ha seguito la strada indicata dalla banca, considerata sua protettrice!
    Ma la banca lo considerava facente parte del “Parco Buoi” e promettendo un ristoro globale, lo relegava nel recinto blindato della TFArgentina! Ma la cosa più eclatante è l’impedimento a farle una causa come principale responsabile di quanto accaduto in Italia in quel periodo!
    Commento:
    La fiducia del risparmiatore, ora infuriato dopo aver compreso che “oltre il danno c’è anche la beffa”, non esiste più sia nei confronti delle banche che nei confronti degli investimenti!
    Terza affermazione:
    Secondo Scienza i risparmiatori italiani sono stati così 2 volte traditi: “si poteva anche inveire contro il governo di Buenos Aires, ma era chiaro che conveniva accettare l’offerta. È ciò che spiegai allora e i risparmiatori che lo fecero hanno recuperato sino ad ora circa 55 euro ogni 100 di valore nominale originario delle loro obbligazioni”.

    Spiegazione:
    Coloro che non hanno accettato la promessa TFA della banca ed essere chiusi nel “Parco Buoi”, non hanno però anche imboccato la via più razionale di adire la giustizia per il danno subito! Hanno preferito recuperare 55 euro ogni 100 di valore nominale!
    Commento
    Secondo Scienza i risparmiatori italiani sono stati così 2 volte traditi, ma per quale motivo non dice che se ora ricorrono alla giustizia, perché ancora ne hanno diritto, possono recuperare ciò che manca per arrivare ad un ristoro globale?
    Quarta affermazione:
    Per i detentori di bond argentini che non avevano aderito al precedente swap questa è probabilmente l’ultima chiamata. Aderire, “turandosi il naso” è ora l’ordine di scuderia dato da associazioni, esperti e banchieri. Gli stessi che al primo “round” avevano magari detto di non aderire. Che cosa è cambiato?
    «Si sono accorti che le bugie hanno le gambe corte. Infatti molti dei poveracci, che nel 2005 gli avevano obbedito, hanno capito di essere stati presi in giro. Per questo motivo ora non osano più dirgli non aderire».
    Spiegazione:
    Si può dire ai poveracci chiusi nel recinto, che hanno capito di essere stati presi in giro: “Continuate ad aver fiducia nella TFA?” Di conseguenza il consiglio che viene dato ora è quello di aderire e non osano più dirgli non aderire!
    Commento:
    Che cosa è cambiato? E’ cambiato che quei poveracci questa volta devono accontentarsi di essere nelle mani argentine con un rimborso peggiore del precedente, ma la cosa più eclatante è l’impossibilità di adire le vie legali contro la banca che ha venduto loro i titoli, per la firma che hanno messo quando hanno accettato la Task Force!
    Quinta affermazione:
    Che idea ti sei fatto in questi anni sul perché tanti risparmiatori italiani avevano in portafoglio quote massicce di bond argentini?
    «I titoli dell’Argentina non rientravano fra gli investimenti che le banche spingevano con maggior insistenza. Esse guadagnavano molto di più piazzando fondi comuni, gestioni o direttamente proprie obbligazioni. La loro diffusione fu dovuta soprattutto a consigli incompetenti e certo anche alla ricerca di alti rendimenti in periodi (1999-2001) di tassi relativamente bassi».
    Spiegazione:
    Tanti risparmiatori italiani in quel periodo (1999-2001) sono stati coinvolti non solo nella truffa argentina, ma sappiamo anche della Cirio, della Parmalat, fino ad arrivare alle truffe recenti della crisi finanziaria globale! Ancora oggi non si conosce quanto le banche pagavano quei titoli all’importazione e quanto hanno guadagnato nel tradire la propria clientela attraverso l’accordo stipulato con l’argentina! E’ sicuro però che le banche spingevano quei titoli con maggiore insistenza perché dal 1999 al 2001 dovevano scaricare addosso alla propria clientela tutto il rischio del fallimento incombente dell’Argentina!
    Commento:
    Per l’Argentina in quel periodo vi erano problemi di tassi troppo elevati sul proprio debito e con il fallimento si sono scrollato di dosso un fardello troppo pesante! Per le banche la diffusione dei tradimenti era piuttosto questione di rischi relativi al fallimento argentino, non tanto di tassi più o meno remunerativi!

  2. 09/06/2010
    COMUNICATO STAMPA

    BOND ARGENTINA: IL CODACONS CHIEDE DI SOSPENDERE LA PROCEDURA DI SCAMBIO PROPOSTA DALLO STATO ARGENTINO
    IL TAR DECIDERA’ TRA POCHI GIORNI SUL RICORSO CONTRO LA CONSOB COLPEVOLE DI AVER APPROVATO UNO SCAMBIO “BUFALA’
    I RISPARMIATORI NON DEVONO RINUNCIARE ALLA POSSIBILITA’ DI RIAVERE TUTTI I SOLDI INVESTITI FACENDO CAUSA DIRETTAMENTE ALLE BANCHE

    E’ attesa per i prossimi giorni la pronuncia del Tar del Lazio sul ricorso presentato dal Codacons contro la Consob, lo Stato Argentino e la Presidenza del Consiglio in merito all’offerta di scambio proposta a chi sfortunatamente possiede i c.d. tango bond. Le colpe della Consob e della Presidenza del Consiglio, sul fronte della vigilanza del mercato e della tutela degli investitori, sono evidenti, e ampiamente descritte nel ricorso dell’associazione.
    La Consob – spiega il Codacons – ha violato il dovere di vigilare sulla trasparenza dei mercati finanziari, sulla correttezza e sulla trasparenza dei comportamenti degli intermediari finanziari, ma anche sulla correttezza delle informazioni che riguardano il mercato, in base a quanto stabilito dal Testo Unico Finanziario. Inoltre, la tutela del risparmio in tutte le sue forme è garantita costituzionalmente ed è pertanto tra i doveri di tutti gli organi dello Stato e soprattutto della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
    L’offerta avanzata dallo Stato argentino poi non rispetta le caratteristiche, previste dal Tuf, per l’appello al pubblico risparmio. Pertanto l’Autorità garante avrebbe dovuto sospendere in via cautelare l’offerta, così come prevede la legge. Il prospetto informativo, autorizzato dalla Consob, appare nullo poichè basato su una condizione meramente potestativa. Non è accettabile, infatti, che la circostanza del pagamento o meno dei titoli esistenti dipenda esclusivamente dalla volontà dell’offerente. La proposta della Repubblica Argentina è inaccettabile, inoltre, perchè non rispetta i criteri di equità di trattamento tra i creditori, non garantisce ai risparmiatori la certezza del conseguimento del titolo scelto, e non rispetta le effettive capacità di rimborso del Paese che mostra allo stato attuale dati economici positivi. “E’ inaccettabile che le autorità preposte non forniscano, agli investitori che hanno preso una bufala clamorosa con i tango bond, indicazioni corrette sulla proposta dello Stato argentino e su come debbano comportarsi – afferma il Presidente Codacons, Carlo Rienzi – I risparmiatori devono sapere che anche le banche sono responsabili. Queste hanno consapevolmente venduto prodotti finanziari marci e hanno fatto perdere i risparmi di una vita ai loro clienti. Chi ha acquistato questi titoli deve essere informato circa la possibilità di fare causa alla propria banca, e riavere indietro tutti i soldi persi. Sono già numerose le sentenze dei Tribunali che in tal senso danno ragione agli investitori, disponendo rimborsi integrali’.

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