Perchè il TFR è così antipatico agli economisti?

Copincollo l’intervento di Beppe Scienza che ha mandato agli iscritti della sua mailing list.
Molto interessante, come sempre.

"Se fosse una persona in carte e ossa, sporgerebbe querela per diffamazione. Le espressioni denigratorie nei suoi confronti si sprecano: inefficiente, vetusto ecc. Ma il povero TFR (Trattamento di Fine Rapporto) non ha voce per difendersi. Per questo ho cercato di prenderne io le parti nel mio articolo a pag. 1 e 8 di Libero Mercato di giovedì 27-12-2007 intitolato: «Rendimento fa rima con TFR. Una difesa da attacchi ingiusti». Articolo riportato nel mio sito www.beppescienza.it che si conclude così:

«Ammettiamolo, il TFR è una cosa bruttissima. Riguardando solo lavoratori e aziende (oltre l’Inps, marginalmente), non dà da mangiare a nessun altro. Non alle banche, che vedono come fumo negli occhi una così grossa realtà di prestito e finanziamento, da cui sono fuori. Non al risparmio gestito, che non ha nulla da mordere. Non ai sindacati, che non ne ricavano niente in termini d’immagine, di potere, di posti ecc.

Ma il peggio è che il TFR non genera occasioni di guadagno neppure a docenti universitari ed economisti in genere: al contrario della previdenza integrativa non offre infatti numerose opportunità per lucrose consulenze, posti in organi di amministrazione e controllo, comitati di gestione ecc.

Insomma, l’istituto del TFR è conveniente solo per i lavoratori e per le imprese (o per lo Stato, se l’azienda ha oltre 49 dipendenti). Quindi è un’istituzione da abbattere.»

Colgo l’occasione per augurare a Voi e alle Vostre famigli i miei auguri per uno strepitoso 2008!
A presto!
Alberto

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